Miglioramento degli esiti neurologici dell'Encefalopatia Ipossico-Ischemica: trattamento con monosialoganglioside

Il trattamento medico più efficace per i bambini affetti da encefalopatia ipossico-ischemica è stato finora la terapia del freddo o trattamento ipotermico. Quando somministrata poco dopo la nascita o l'evento ipossico-ischemico, questa terapia può invertire il danno cerebrale e minimizzare (o in alcuni casi prevenire) il danno permanente. Tuttavia, l'ipotermia non è sempre efficace. In alcuni casi, pertanto, sono necessarie ulteriori soluzioni per i bambini con lesioni ipossico-ischemiche.

Il trattamento con Monosialoganglioside per via endovenosa può ridurre il rischio di sviluppare paralisi cerebrale infantile e ritardo cognitivo

Una recente ricerca su PLOS indica che il trattamento con gangliosidi per via endovenosa, quando combinato con altri interventi, può migliorare gli esiti neurologici nei bambini con encefalopatia ipossico-ischemica. I gangliosidi sono un tipo di molecola lipidica che si trova nelle membrane neuronali. I gangliosidi aiutano a regolare lo sviluppo del cervello e mantenere l'integrità delle membrane. La lesione ipossico-ischemica riduce il numero di certi gangliosidi. Precedenti studi avevano mostrato alcuni benefici neuroprotettivi del trattamento con monosialoganglioside per i neonati con encefalopatia ipossico-ischemica. Per indagare ulteriormente, Lei Sheng e Zhaohui Li hanno condotto una meta-analisi di studi sulla terapia con monosialogangliosidi.

Sheng e Li hanno scoperto che i monosialogangliosidi, se usati in combinazione con trattamenti di supporto, riducevano il rischio di gravi danni cerebrali derivanti da encefalopatia ipossico ischemica. In tutti i 10 studi inclusi in questa meta-analisi si è somministrato il trattamento attraverso un IV, ad una dose di 20 g al giorno. La durata del trattamento era variabile, da 7 a 60 giorni.

I neonati trattati con monosialogangliosidi sono risultati avere una probabilità inferiore del 68% di sviluppare la paralisi cerebrale infantile e una probabilità inferiore del 69% di sviluppare gravi menomazioni intellettive. Questo trattamento non sembra ridurre l'incidenza dell'epilessia, sebbene Sheng e Li osservino che ciò potrebbe essere dovuto alla mancanza di sufficienti dati statistici.

Nonostante i risultati complessivamente positivi, gli autori avvertono che le loro scoperte dovrebbero essere prese cum grano salis causa di alcuni difetti metodologici presenti negli studi. Inoltre, si sa poco sugli effetti avversi di questo trattamento; le prove incluse nella loro meta-analisi non hanno avuto esito negativo. Gli effetti indesiderati riportati in precedenza includono febbre, brividi, problemi cardiovascolari e altro ancora. I rischi e i benefici relativi della terapia con monosialoganglioside dovrebbero essere in ogni caso considerati in ricerche future.

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