Disturbi e problemi alla tiroide durante la gravidanza

In gravidanza è importante monitorare attentamente la produzione ormonale tiroidea della futura mamma poiché, soprattutto in presenza di patologie tiroidee pregresse, un funzionamento anomalo di questa ghiandola può avere gravi conseguenze sullo sviluppo fetale.

In caso di accertato ipo o ipertiroidismo, i medici devono prescrivere farmaci per regolare il metabolismo tiroideo e diminuire il rischio di aborto spontaneo, prematurità e natimortalità, oltre a gravi lesioni nel bambino.

Non monitorare correttamente l’attività della tiroide materna durante tutta la gravidanza o non prescrivere la giusta terapia può avere gravi conseguenze e configurare negligenza medica.

Disturbi e problemi alla tiroide durante la gravidanza: rischi in caso di gestione scorretta

La gravidanza è caratterizzata da notevoli fluttuazioni ormonali necessarie per permettere al feto di svilupparsi correttamente fino al momento del parto.

Questi sbalzi, però, possono danneggiare organi regolati dagli ormoni, primo tra tutti la tiroide.

Questa ghiandola, situata alla base del collo sotto al punto in cui gli uomini hanno il pomo d'Adamo, regola gli ormoni che controllano altri organi del corpo.

Se la tiroide produce una quantità eccessiva di ormoni tiroidei, condizione nota come ipertiroidismo, il metabolismo corporeo accelera, mentre la sottoproduzione di ormoni tiroidei causa ipotiroidismo con conseguente rallentamento delle funzioni corporee.

Inoltre, gli ormoni correlati alla gravidanza, come la gonadotropina corionica umana, possono aumentare la produzione di ormoni tiroidei causando un ingrossamento della ghiandola che può essere rilevato dai medici con un esame fisico del collo.

Nonostante la maggior parte delle donne incinte non percepisca questo ingrossamento, tale condizione può avere gravi conseguenze sullo sviluppo fetale in particolar modo nelle prime settimane di gravidanza quando la tiroide del feto ancora non regola in modo corretto lo sviluppo cerebrale e neurologico del bambino.

Pertanto, è essenziale monitorare attentamente l'iper o l'ipotiroidismo nelle donne in gravidanza poiché non indagare in modo approfondito eventuali sintomi o gestire in modo inappropriato una patologia tiroidea può avere gravi conseguenze.

La salute della mamma e del bambino, quindi, può essere compromessa se medici negligenti non diagnosticano, non trattano o non gestiscono i disturbi della tiroide durante la gravidanza.

Controllo della tiroide durante la gravidanza

Quando una donna incinta riferisce un battito cardiaco accelerato o un tremolio alla mano, il medico deve indagare su eventuali altri sintomi come la sensibilità al calore o la stanchezza; in caso di perdita di peso, poi, dovrebbe tempestivamente testare i livelli degli ormoni tiroidei, soprattutto in caso di patologie tiroidee pregresse.

Quando il ginecologo visita una paziente nelle prime settimane di gravidanza, può dare per scontato che la perdita di peso sia causata dalle nausee mattutine che portano a mangiare meno e a vomitare frequentemente; può quindi capitare che una visita frettolosa, unitamente a una anamnesi che non tiene conto di problemi alla tiroide precedenti alla gravidanza, possano portare a una mancata diagnosi di patologie alla tiroidee che minano la salute sia della donna incita che del suo bambino in via di sviluppo.

Problemi frequenti alla tiroide nelle donne in gravidanza

Una donna incinta con una pregressa diagnosi di patologie tiroidee come la malattia di Graves o la tiroidite di Hashimoto deve essere monitorata attentamente per l’intera gravidanza.

La malattia di Graves è una condizione autoimmune che induce la tiroide a produrre una quantità eccessiva di ormoni, mentre la malattia di Hashimoto è una malattia autoimmune che danneggia la tiroide causando una sottoproduzione di ormone tiroideo.

La malattia di Graves può essere scatenata anche dalla gravidanza: se un medico sospetta questa patologia deve prescrivere tempestivamente esami del sangue per rilevare l’eventuale presenza degli antigeni responsabili della malattia.

Meno spesso, l'ipertiroidismo è causato da un eccesso di gonadotropina corionica e richiede una diagnosi tempestiva e un piano di trattamento nel caso in cui la donna abbia frequenti episodi di vomito e nausea.

Un'altra patologia, la tiroidite post-parto, è, come suggerisce il nome, una infiammazione della tiroide che viene diagnosticata subito dopo il parto e può durare per un anno.

La risposta immunitaria post-parto può causare anche ipertiroidismo, seguito da ipotiroidismo quando la tiroide subisce lesioni.

Non tutte le donne sperimentano entrambe le condizioni, maggiormente frequenti in caso di diabete.

I sintomi dell'ipotiroidismo sono difficili da rilevare perché simili a quelli della depressione post-parto: affaticamento eccessivo, fluttuazione dell’umore, battito cardiaco accelerato, sensibilità al freddo o al caldo, irritabilità e annebbiamento cerebrale.

Alcune donne possono essere asintomatiche e solo esami del sangue possono permettere una diagnosi.

Monitoraggio della tiroide durante la gravidanza

Le patologie tiroidee sono generalmente trattate con farmaci, che però devono essere prescritti con cautela in gravidanza perché qualsiasi medicinale assunto dalla madre potrebbe avere conseguenze sullo sviluppo fetale.

Ad esempio, i farmaci che inibiscono la funzione tiroidea possono causare ipotiroidismo nel feto mentre quelli che la stimolano possono causare ipertiroidismo. Pertanto, un medico deve valutare attentamente il trattamento idoneo per la donna in gravidanza, inclusi i controlli dei livelli ormonali, la terapia farmacologica e la chirurgia.

L'ipertiroidismo deve essere trattato con farmaci a dosaggio controllato in modo da curare la madre senza compromettere la salute del nascituro; a tale scopo il medico potrebbe aver bisogno di consultare un endocrinologo per stabilire la dose corretta.

Per l'ipotiroidismo, il trattamento va dal monitoraggio continuo alla somministrazione di farmaci, come i beta-bloccanti, che regolano il ritmo cardiaco. Può anche essere prescritta una dieta ricca di iodio, presente nelle uova, e sale iodato poiché lo iodio è necessario per la produzione degli ormoni tiroidei.

La sfida nel trattamento delle patologie della tiroide in gravidanza non è solo il selezionare la giusta dose di farmaco, ma anche lo scegliere il medicinale giusto al momento giusto.

Conseguenze del mancato trattamento dei disturbi tiroidei in gravidanza

I livelli degli ormoni tiroidei possono aumentare o diminuire nei diversi momenti della gravidanza e, se non monitorati, causare seri problemi sia nella madre che nel bambino.

L'ipertiroidismo, se non trattato, può causare nella donna preeclampsia, problemi cardiaci e un aumentato rischio di aborto o di partorire un neonato prematuro o con basso peso, con tutte le relative problematiche. Inoltre, il bambino può soffrire di aritmia cardiaca o di insufficienza cardiaca.

L'ipotiroidismo, invece, può causare affaticamento, sensibilità al freddo, crampi e costipazione; in caso di tiroidite di Hashimoto può verificarsi anche annebbiamento cerebrale.

Come l'ipertiroidismo, anche l’ipotiroidismo può essere pericoloso per il feto e causare insufficienza cardiaca, basso peso alla nascita, aborto spontaneo, natimortalità, anemia e preeclampsia nella madre.

Poiché gli ormoni tiroidei influenzano lo sviluppo del cervello e del midollo spinale del feto, l'ipotiroidismo può influenzare il funzionamento cognitivo e neurologico del bambino che potrebbe nascere con deficit intellettivi e neurologici che richiedono terapie e cure per tutta la vita.

Negligenza medica in caso di patologie tiroidee in gravidanza

  1. Mancata comunicazione di valori tiroidei anomali

L’assenza di comunicazione dei valori degli ormoni tiroidei della donna incinta tra il personale dello staff medico può avere gravi conseguenze e causare lesioni e complicazioni sia nella madre che nel feto in via di sviluppo.

Altrettanto rischioso è il non indirizzare i pazienti da specialisti in caso di situazioni complesse e problematiche: un bravo medico deve saper comprendere quando alcune condizioni sono al di fuori della sua competenza.

  1. Errori terapeutici durante il trattamento delle patologie tiroidee

Anche gli errori terapeutici commessi durante il trattamento delle patologie tiroidee in gravidanza sono eventi frequenti di negligenza, specialmente quando la dose di somministrazione del farmaco deve essere regolata frequentemente.

Se un medico fa eseguire i test ormonali della tiroide e diagnostica ipertiroidismo ma prescrive una dose del farmaco sbagliata, la mamma e il suo bambino possono subire gravi lesioni; inoltre, le condizioni della tiroide possono peggiorare o migliorare durante la gravidanza, e quindi la dose somministrata alla donna deve essere attentamente monitorata e regolata di trimestre in trimestre, specialmente nel caso in cui si manifestino effetti collaterali o reazioni allergiche al farmaco.

Alcuni farmaci per la tiroide, inoltre, possono ridurre la funzionalità epatica, causare eruzioni cutanee, ittero, dolore addominale, febbre, affaticamento, prurito o diminuzione dell'appetito.

  1. Mancata diagnosi di patologie tiroidee e mancata prescrizione di test

I medici con pazienti diabetiche o con una storia clinica di patologie tiroidee, una storia personale o familiare di malattie autoimmuni o che hanno ricevuto una terapia radiometabolica per una patologia della tiroide devono essere particolarmente attenti agli sbalzi ormonali della tiroide durante la gravidanza.

Poiché semplici esami del sangue possono rilevare la presenza degli antigeni per l'ipo o l'ipertiroidismo, è fondamentale che i medici prescrivano questi test specifici. Allo stesso modo, è importante non confondere la stanchezza, la nausea, l’annebbiamento cognitivo o i dolori addominali che spesso si accompagnano patologie della tiroide, con condizioni ordinarie, come la nausea mattutina e la stanchezza.

Quando una paziente riporta questi sintomi un medico scrupoloso deve escludere eventuali patologie tiroidee prescrivendo degli esami utili per monitorare i livelli standard dell’ormone stimolante la tiroide e dell’ormone tiroideo nella madre durante la gravidanza mediante un attento e frequente monitoraggio, così come riconoscere i segni post-partum degli squilibri tiroidei.

Sapendo che sia l'ipertiroidismo che l'ipotiroidismo aumentano il rischio di aborto spontaneo, prematurità e natimortalità, i medici devono tenere sotto controllo queste condizioni ed essere preparati alla possibilità di veder nascere un bambino prematuro o che necessiti di terapia intensiva.

I medici che non seguono le linee guida internazionali che indicano quando e quali ormoni tiroidei analizzare nella donna incinta (incluso l’ormone tireostimolante) possono essere negligenti e causare lesioni prevenibili nelle loro pazienti.

Nel caso in cui la madre subisca complicazioni o il bambino nasca prematuramente o con lesioni per patologie tiroidee non trattate la struttura sanitaria in cui abbia operato il medico responsabile può essere soggetta ad una richiesta di risarcimento del danno.

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