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Principali errori medici commessi nelle terapie intensive neonatali

L'unità di terapia intensiva neonatale, con stanze piene di segnali acustici e schermi lampeggianti, è un luogo che incute preoccupazione e paura nei neogenitori. I sanitari prestano continue attenzioni ai piccoli neonati attaccati a tubi e macchinari mentre i genitori guardano impotenti i loro bambini sperando nella loro completa guarigione.

Le cure mediche fornite in terapia intensiva a quei neonati particolarmente fragili possono essere estremamente utili e, a volte, possono anche salvargli la vita. La terapia intensiva neonatale, però, è anche un luogo dove si possono compiere molti errori medici perché i bambini ricoverati hanno bisogno di cure specifiche, di un monitoraggio costante e di una somministrazione precisa e attenta di medicinali e trattamenti.

In caso di necessità, inoltre, è necessario un intervento rapido da parte di medici, infermieri e personale medico; negligenza o errori medici possono avere conseguenze estremamente gravi sulla salute del bambino. In tal caso, i genitori possono rivolgersi ad avvocati esperti per richiedere un risarcimento medico.

Patologie neonatali che richiedono il ricovero in terapia intensiva neonatale

L’unità di terapia intensiva neonatale (UTIN) è il luogo in cui i neonati prematuri, con patologie o lesioni alla nascita vengono assistiti 24 ore al giorno da specialisti quali neonatologi e pediatri, infermieri e terapisti vari.

L'UTIN è provvista di specifiche attrezzature per assistere i bambini nella respirazione, nell’alimentazione e nella regolazione del battito cardiaco. Molti dei bambini che vengono ricoverati in terapia intensiva per giorni, settimane o addirittura mesi sono prematuri, cioè nati prima di 37 settimane di gravidanza e con un peso inferiore ai 2,5 kg, e/o soffrono di patologie che compromettono principalmente la respirazione e l’alimentazione richiedendo cure e monitoraggio costanti.

A parte i prematuri, anche i neonati con sindrome da distress respiratorio causato da polmoni non sviluppati, richiedono una continua assistenza respiratoria con macchine, tubi o ventilatori che producono ossigeno che il bambino respira da una maschera.

Anche altre difficoltà respiratorie, come l’aver subito la carenza di ossigeno durante il travaglio o il parto (asfissia perinatale), possono richiedere il ricovero dei bambini in terapia intensiva neonatale, così come l'ipoglicemia, condizione comune non solo nei prematuri, ma anche nei nati a termine da madri con diabete gestazionale o affette da infezioni.

Molti neonati hanno degenze prolungate in terapia intensiva a causa della sepsi, una grave infezione che richiede la somministrazione di antibiotici per lungo tempo. Le infezioni sono particolarmente pericolose per i neonati, prematuri o a termine, il cui sistema immunitario è immaturo, debole o compromesso. Di conseguenza, la sepsi è una fonte comune di morte neonatale così come di lesioni permanenti.

Indipendentemente dal fatto che l'infezione provenga dall'ambiente esterno, da un'infezione materna trasmissibile, dalla placenta infetta o dal cordone ombelicale (corioamnionite materna), il neonato con una infezione grave generalmente rimane in terapia intensiva neonatale fino alla completa guarigione.

Vengono ricoverati in terapia intensiva anche molti bambini con problemi cardiaci e difetti alla nascita; non di rado i neonati ricoverati in terapia intensiva sono affetti da più patologie.

Tipi comuni di negligenza nelle unità di terapia intensiva neonatale

I medici e gli infermieri delle unità di terapia intensiva neonatale devono affrontare numerose sfide, prima fra tutte la somministrazione sia di numerosi farmaci che di trattamenti che devono essere coordinati e dosati in base al peso alla nascita, all'età e alla condizione clinica del bambino. I neonati prematuri e non ancora completamente sviluppati hanno una capacità di metabolizzare e di assimilare un farmaco differente da un adulto; è fondamentale, quindi, stabilire il corretto dosaggio, la giusta frequenza e l’opportuna diluizione dei medicinali destinati ai bambini ricoverati in terapia intensiva.

È necessario anche evitare l’interazione dannosa tra vari farmaci così da non peggiorare le condizioni di salute. Gli studi dimostrano che quanto più complessa è la condizione di un paziente, tanto più è probabile che si verifichino errori terapeutici; i neonati in terapia intensiva neonatale, infatti, hanno una probabilità otto volte maggiore di subire errori terapeutici rispetto agli adulti ospedalizzati.

Errori medici possono essere fatti anche nella prescrizione e nel metodo di somministrazione del farmaco scelto (per via endovenosa o altro) così come nella scelta della frequenza con cui un farmaco viene somministrato al bambino.

A volte, la prescrizione è illeggibile o imprecisa sia sul dosaggio che sulla durata della somministrazione. Errori si verificano anche quando gli infermieri non seguono con attenzione le indicazioni del medico, sbagliando sia il farmaco, che le tempistiche che le dosi oppure continuando a somministrare il medicinale al bambino anche dopo che il medico curante ne ha indicato l’interruzione.

I neonati in terapia intensiva, anche perché sottoposti a un numero elevato di test e analisi, sono più esposti alle infezioni, che si originano specialmente nei siti di ingresso dei vari dispositivi inseriti nel loro corpo.

Possono venire commessi errori anche nel collegamento della fleboclisi o dei tubi di alimentazione che possono staccarsi o intrecciarsi rendendo più facile un eventuale scollegamento accidentale. Nelle unità di terapia intensiva neonatali possono essere commessi anche errori operativi, che comportano anche l'errata identificazione dei neonati ricoverati che vengono sottoposti a procedure non prescritte o alla somministrazione di farmaci o trattamenti non necessari o dannosi.

In altri casi ancora, gli errori commessi durante la rianimazione del neonato possono causare una insufficiente somministrazione di ossigeno, con conseguente morte delle cellule cerebrali del neonato e deterioramento cognitivo permanente.

Anche i ritardi nella diagnosi e nel trattamento possono causare lesioni evitabili e persino la morte per i neonati in terapia intensiva neonatale, come la mancata diagnosi e il ritardato trattamento dell’ittero, dell’ipotermia, dell’ipoglicemia, di emorragie cerebrali e convulsioni, tutte condizioni che possono portare a danni cerebrali o ad altre lesioni permanenti.

Lesioni causate da negligenza in terapia intensiva neonatale

Condizioni come la paralisi cerebrale, disturbi convulsivi permanenti, encefalopatia ipossico ischemica, leucomalacia periventricolare, disabilità cognitive e ritardi dello sviluppo sono tra le principali e più dannose lesioni causate da errori medici commessi nelle unità di terapia intensiva neonatale.

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