Parto in età avanzata

I fattori di rischio della gravidanza correlati all’età avanzata della madre sono: diminuzione della fertilità, aborto spontaneo, problemi genetici, elevata pressione sanguigna, parto di feto morto e morte materna

La tendenza dei paesi occidentali, in particolare dell’Europa e dell’Italia, è di avere figli in età sempre più avanzata. In base agli ultimi dati Istat, in Italia il numero di donne che hanno figli oltre i 40 anni è triplicato rispetto al 1995. Dal punto di vista medico, le donne che rimangono incinte ad un’età di 35 anni e più sono considerate donne di età materna avanzata. Tuttavia il 20% delle donne partoriscono dopo aver compiuto il 35° anno di età. I fattori di rischio della gravidanza correlati all’età avanzata della madre sono 6: diminuzione della fertilità, aborto spontaneo, problemi genetici, elevata pressione sanguigna, parto di feto morto e morte materna.

Diminuzione della fertilità: negligenza nei trattamenti per la fertilità ed aborto spontaneo

Statisticamente le donne di età avanzata sono meno fertili. Con il passare degli anni la fertilità della donna diminuisce gradualmente. Questi sono i risultati di uno studio recente (vedi Linda J. Hefner, Advanced Maternal Age—How Old Is Too Old?  N. Engl. J. Med. 351:19, 1927 (Nov. 4, 2004).

Età Materna Percentuale di aborti spontanei (approssimativa) Tasso di fertilità (approssimativo)
20-24 12.0% 47.5%
25-29 13.0% 44.0%
30-34 15.0% 41.0%
35-39 24.0% 33.5%
40-44 51.0% 19.0%
45+ 93.0% 25.5%

Ciò significa che le donne di 35 anni e più incontrano maggiori difficoltà a rimanere incinte e maggiori difficoltà durante il parto. Tale dato scientifico ha due importanti implicazioni in tema di responsabilità medica. In primo luogo, tra le donne di 35 anni ed oltre è più diffuso il ricorso a trattamenti per aumentare fertilità per contrastare la difficoltà a rimanere incinte. Le gravidanze che conseguono a tali trattamenti sono caratterizzate da un rischio più elevato e tale rischio deve essere preso in considerazione e monitorato dai medici.
Sebbene la scelta della fertilizzazione in vitro comporta un aumento del 4% del rischio di anormalità genetiche, molti problemi possono essere prevenuti.
Di seguito si elencano alcuni tra i rischi collegati al ricorso a trattamenti per la fertilità:

  • Emorragie e morte causate da procedure di captazione degli ovuli
  • Impianto dell’embrione sbagliato, uso dello sperma sbagliato, uso di ovuli sbagliati.
  • Malattie trasmissibili sessualmente presenti nel materiale organico donato e non diagnosticate
  • Lesioni genetiche del bambino dovute ad errori nell’esecuzione di test genetici sui donatori o sul materiale organico donato.
  • Distruzione di embrioni vitali conseguente a comportamenti negligenti del medico.

In secondo luogo, le donne di 35 anni e oltre sono più soggette ad aborto spontaneo prima della ventesima settimana. Tale rischio è spesso causato da un incremento delle anomalie cromosomiche (vedi paragrafo successivo). I una piccola percentuale di casi il medico può evitare l’aborto spontaneo attraverso specifiche cure ed interventi. Il medico, inoltre, deve diagnosticare tempestivamente l’aborto spontaneo per prevenire lesioni alla madre. In mancanza di una corretta diagnosi e di tempestive contromisure, l’aborto può provocare infezioni in grado di determinare danni gravi, persino la morte.

Anomalie cromosomiche

L’età materna avanzata è un fattore di aumento del rischio di anomalie cromosomiche. Tali anomalie possono provocare patologie del bambino, come dal sindrome di Down, la malattia di Tay-Sach, la fibrosi cistica ed altre. Non è conosciuta una cura per queste patologie, ma i dottori sono tenuti a diagnosticare tempestivamente il difetto genetico, in modo che la madre, qualora il difetto del figlio possa provocare un grave danno alla sua salute, possa decidere di interrompere la gravidanza. Il medico che non consenta alla madre di effettuare questa scelta dovrà risarcire alla madre il cosi detto danno da nascita indesiderata, comprensivo di tutte le spese mediche necessarie per le cure di cui il bambino avrà bisogno per tutto il corso della sua vita.

Complicazioni dovute all'ipertensione

L’aumento della pressione sanguigna (ipertensione) può causare problemi durante la gravidanza. Le donne con un’età di 40 anni e più sono soggette ad un più alto rischio di ipertensione durante la gravidanza. L’alta pressione sanguigna può causare il parto prematuro: Ne consegue che le donne in età avanzata sono più soggette al rischio di partorire un neonato prematuro o di basso peso corporeo. Per ulteriori approfondimenti sui rischi derivanti dall’ipertensione, vedi Eclampsia e Preeclampsia. I dottori devono essere in grado di identificare l’ipertensione e di porre in essere specifici trattamenti per contrastarla durante la gravidanza, in modo da evitare che il bambino e la madre possano subire lesioni.

Parto di feto morto

L’età avanzata della madre può anche essere all’origine del parto di feto morto dopo la ventesima settimana. Le donne dai 40 anni in su hanno una probabilità di partorire un feto morto due volte e mezzo superiore al normale. Il parto di feto morto non è un ipotesi diffusa, ma il rischio di morte del bambino dovuta a negligenza medica è sempre presente.

Morte della mamma

Infine, con l’avanzare dell’età materna, si verifica un aumento del rischio di morte della mamma durante la gravidanza, il travaglio ed il parto. Alcuni studi hanno indicato che le donne con un’età di 35 anni ed oltre hanno una una probabilità di morire durante la gravidanza od il parto, tripla rispetto a madri di età inferiore. Come il parto di feto morto, tuttavia, la morte materna rimane un’evenienza rara a qualsiasi età.

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