Sindrome da trasfusione feto-fetale

La rottura dell'utero è una rara complicanza della gravidanza in cui la parete dell'utero si lesiona improvvisamente. In caso di rottura grave, lo strappo coinvolge tutti gli strati della parete dell'utero e lascia un foro attraverso il quale il bambino può uscire. La rottura dell'utero è un evento estremamente pericoloso che può avere conseguenze significative sia sulla salute del bambino che della madre.

La lesione dell’utero si verifica in meno dell'1% (0,07%) di tutte le gravidanze, rendendola una delle complicazioni della gravidanza meno comuni. Le rotture si verificano spesso nel sito di una linea cicatriziale derivante da un precedente cesareo; è per questo che tentare un parto vaginale dopo un taglio cesareo è considerata una pratica ad alto rischio. La rottura dell'utero è più frequente durante il travaglio ma può verificarsi anche prima, durante la gravidanza.

Sintomi

I segni e i sintomi fisici di una rottura dell'utero tendono a variare in base a quando si verifica la rottura, alla posizione e all'entità dello strappo. Le rotture uterine che si verificano lungo il tessuto cicatriziale di un precedente taglio cesareo sono generalmente meno intense e provocano sintomi meno importanti rispetto alla rottura spontanea di un utero non cicatrizzato. È ampiamente accettato dalla comunità medica che la presenza di una cicatrice dell'utero e l’uso di agenti uterotonici utilizzati per l’induzione del parto siano i fattori di rischio più importanti per la rottura dell'utero.

Uno dei primi sintomi è il dolore addominale, anche se molti medici non lo considerano un segno univoco in quanto è caratterizzante di un qualsiasi travaglio. Per diagnosticare la rottura dell'utero può essere utile il monitoraggio fetale; il tracciato, infatti, può indicare se è in corso uno strappo dell’utero poiché in quel caso si osserva una decelerazione prolungata della frequenza cardiaca fetale.

  • I principali sintomi clinici della rottura dell'utero includono anche:
  • Costrizione fetale improvvisa (frequenza cardiaca fetale anomala)
  • Calo della pressione dell'utero
  • Contrazioni più lente e meno intense con dolore intermedio
  • Recessione della testa del bambino nel canale del parto
  • Sanguinamento eccessivo e shock materno

La diagnosi della rottura dell'utero è spesso complicata dal fatto che i sintomi principali sono spesso causati anche da altre complicazioni ostetriche; la decelerazione continua della frequenza cardiaca fetale e/o la bradicardia fetale prolungata sono spesso l'unica indicazione diagnostica della lesione. Questa condizione si verifica in circa il 79-80% di tutti i casi di rottura dell'utero mentre il dolore addominale, un indicatore molto meno affidabile, si verifica solo nel 5% circa dei casi.

La diagnosi

In caso di rottura dell'utero durante il travaglio e il parto, il tempo a disposizione dei medici per intervenire e tentare di evitare danni nel bambino è estremamente breve. Ciò significa che non c'è tempo per eseguire un'ecografia o qualsiasi altra scansione o test diagnostici. La rottura, quindi, deve essere diagnosticata rapidamente sulla base dei soli sintomi clinici. L’ecografia può essere utile nelle fasi precedenti al parto per valutare la probabilità che il tessuto cicatriziale di un precedente taglio cesareo ceda, rompendosi.

Il trattamento e la gestione della rottura dell'utero

I fattori più importanti nel trattamento e nella gestione della rottura dell'utero sono:

  • riconoscimento tempestivo e diagnosi immediata della rottura
  • intervento immediato per far nascere il bambino il più rapidamente possibile.

Nel caso in cui i medici sospettino la rottura dell'utero, devono immediatamente stabilizzare la madre e cercare di far nascere il bambino il più velocemente possibile. Studi recenti indicano che, in caso di rottura dell’utero, i medici hanno solo dai 10 ai 35 minuti per intervenire con successo evitando gravi lesioni o morte del feto. L'intervento consiste quasi sempre nel parto cesareo d'urgenza.

Dopo il cesareo, i medici sutureranno chirurgicamente l'utero lacerato della madre. In alcuni casi, però, la rottura dell'utero può provocare una grave emorragia che rende necessaria l’esecuzione di un’isterectomia d’urgenza (rimozione dell’utero) dopo il taglio cesareo, soprattutto quando la lesione è longitudinale anziché trasversale. Circa il 5-13% delle donne necessita di un'isterectomia dopo la rottura dell'utero.

A volte, in seguito alla rottura dell'utero, è necessario fermare la somministrazione dell’ossitocina sintetica, ormone utilizzato per accelerare il parto, poiché l'uso eccessivo di questo farmaco durante il travaglio può essere la causa della lesione.

Un articolo pubblicato sulla rivista American College of Obstetrics and Gynecologists ha esaminato casi di rotture dell’utero negli ultimi 53 anni analizzando i fattori di rischio e le cause correlate a questa condizione. L'articolo riporta che nel 58,3% osservati la rottura dell'utero è associata al parto con l’utilizzo del forcipe, nascite podaliche, un uso eccessivo di ossitocina sintetica o un travaglio prolungato. Questo studio ha inoltre rilevato che il 12,5% delle rotture uterine sono il risultato di errori commessi da medici e infermieri nella gestione dell’ossitocina.

Lesioni alla nascita da rottura dell'utero

La rottura dell’utero è una delle complicazioni più catastrofiche che possano verificarsi durante il parto. Appena l’utero si rompe, infatti, il bambino è immediatamente a rischio di privazione di ossigeno. Se poi il feto o la placenta fuoriescono attraverso lo strappo nella parete dell'utero, un esito infausto è praticamente inevitabile.

In alcuni casi, anche se i medici intervengono immediatamente ed eseguono un cesareo d’urgenza entro 10-30 minuti dalla diagnosi, il bambino riporta comunque gravi lesioni cerebrali causate da ipossia.

Sfortunatamente, circa il 6% di tutti i bambini non sopravvive in seguito a rottura dell'utero e gravi lesioni cerebrali come l’encefalopatia ipossico-ischemica e la paralisi cerebrale infantile sono spesso il risultato del ritardo nella gestione di questa grave complicazione ostetrica.

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