Placenta previa

Se nelle fasi avanzate della gravidanza la placenta si posiziona vicino all'orifizio dell’utero o lo copre totalmente, è necessario effettuare il taglio cesareo. In caso contrario, l’apertura del collo dell’utero e la normale attività uterina durante il parto vaginale causerebbero forti emorragie sia nella madre che nel bambino.

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La placenta è l’organo che collega il bambino alle pareti uterine Media-Placenta-Previadurante la gravidanza. Il cordone ombelicale è attaccato alla placenta e, tramite questo, il bambino riceve nutrimento e ossigeno. In condizioni normali la placenta si impianta nella parte superiore o al lato della cavità uterina. In alcuni casi (circa 1 su 200), la placenta si posiziona nella parte bassa, ossia nel segmento inferiore dell’utero, una sorta di ‘imbuto’ che conduce al collo dell’utero (l’orifizio uterino interno), la parte che si dilata al momento del travaglio per consentire il passaggio del bambino. Questa condizione viene chiamata placenta previa. Se la placenta copre parzialmente l’orifizio del collo dell’utero viene denominata placenta previa marginale, se lo copre totalmente viene chiamata placenta previa centrale. La placenta bassa, posizionata vicino all’orifizio dell'utero, spesso si sposta nella parte superiore dell’utero stesso durante la gravidanza.

 

Rischi associati alla placenta previa

Quando viene diagnosticata nella fase iniziale della gravidanza, la placenta previa non crea generalmente problemi dato che col crescere del bambino la placenta si espande e si sposta dal collo dell’utero da sola. Questo fenomeno è conosciuto come migrazione della placenta. Se nelle fasi avanzate della gravidanza la placenta si posiziona vicino all'orifizio dell’utero o lo copre totalmente, è necessario effettuare il taglio cesareo. In caso contrario, l’apertura del collo dell’utero e la normale attività uterina durante il parto vaginale causerebbero forti emorragie sia nella madre che nel bambino. La placenta previa può causare delle emorragie mortali anche in meno di 15 minuti. Oltre all’emorragia, fra le complicazioni della placenta previa sono inclusi:

  • Parto prematuro. Le gravi emorragie potrebbero richiedere un parto cesareo d’emergenza prima che il bambino sia a termine, mettendolo perciò a rischio di quelle complicazioni proprie dei bambini nati con parto prematuro, come problemi di respirazione, peso basso alla nascita e  forme di paralisi cerebrale infantile come la tetraparesi spastica.
  • Presentazioni anomale. (per esempio presentazione podalica)
  • Emorragie post-parto. Successivamente al parto cesareo, l’ostetrica fa partorire la placenta e alla madre viene somministrata la pitocina per indurre le contrazioni uterine, il che fa in modo che non si verifichino forti emorragie nella zona dove era impiantata la placenta. Con la placenta previa nella zona più bassa dell’utero, che non si contrae così bene come la zona più alta, le contrazioni non riescono a fermare le emorragie in maniera efficace.
  • Placenta accreta. Questa è una complicazione ostetrica molto grave in cui la placenta è particolarmente aderente alla parete uterina e non si separa facilmente. Questa complicazione provoca un’emorragia molto abbondante che richiede trasfusioni multiple e un’isterectomia per controllare la perdita di sangue che potrebbe portare a ipossia fetale (asfissia di nascita).
  • Distacco della placenta. La placenta si distacca precocemente dall’utero della gestante.

Sintomi e trattamento della placenta previa

Il primo segno da prendere in considerazione per la diagnosi è la perdita di sangue durante la seconda metà della gravidanza. La quantità di sangue varia da perdite leggere a molto abbondanti e si blocca prima della terapia anche se riprende di nuovo dopo pochi giorni o settimane. Ci potrebbero essere contrazioni. In genere si fa un’ecografia per confermare la diagnosi.
Se il bambino è prematuro (al di sotto delle 37 settimane di gestazione) e non vi sono perdite o le perdite si sono fermate, il parto immediato non è necessario e la donna può essere sottoposta a terapia senza ricovero ospedaliero. Se il bambino non è prematuro (al di sopra delle 37 settimane di gestazione) e la madre ha le doglie o ha perdite si procede immediatamente al taglio cesareo.

Fattori di rischio di placenta previa

L’esatta causa della placenta previa rimane sconosciuta, tuttavia sono stati identificati alcuni fattori di rischio che includono:

  • Donne che hanno già partorito in precedenza
  • Gravidanze gemellari
  • Precedenti interventi chirurgici all’utero come un precedente parto cesareo, rimozione di fibromi e raschiamento
  • Placenta previa durante una gravidanza precedente
  • Età materna oltre i 35 anni
  • Aborti ricorrenti
  • Fumo

Placenta previa e malasanità

La gravità della placenta previa richiede un’attenta preparazione, capacità di valutazione e monitoraggio da parte del ginecologo. Se un medico non riesce a diagnosticare o curare la placenta previa, i risultati possono essere devastanti sia per la madre che per il bambino. Di seguito si elencano alcuni esempi di situazioni che costituiscono ipotesi di negligenza:

  • Mancata ecografia per diagnosticare la placenta previa
  • Mancanze nel monitoraggio del feto durante un caso di placenta previa che risulta in ipossia fetale (asfissia neonatale) per il bambino
  • Tentato parto vaginale nel caso di una placenta previa completa
  • Esame digitale del bacino (che causa forti emorragie) eseguito quando si è già a conoscenza dell’esistenza di placenta previa
  • Ritardo nell’esecuzione del parto cesareo

Danni risarcibili in caso di lesioni permanenti al neonato

Se, a causa di errori nella diagnosi o nel trattamento della placenta previa, il tuo bambino ha subito una lesione cerebrale di tipo permanente, saranno risarcibili i seguenti danni:

  • Danno alla salute del bambino: in considerazione del fatto che i bambini affetti da lesioni cerebrali permanenti hanno gradi di invalidità elevatissimi, il danno avrà spesso un importo vicino o pari al massimo liquidabile in base alle tabelle sul risarcimento del danno
  • Danno alla salute dei genitori: il danno alla salute subito da genitori comprende il danno psico-fisico ed alla vita di relazione, il pregiudizio alla carriera professionale e il danno alla sfera sessuale (rifiuto psicologico alla procreazione)
  • Danno economico del bambino (perdita della capacità di produrre reddito): si tratta della perdita della capacità di produrre reddito da parte del soggetto affetto dalla condizione menomativa. L’importo di tale danno sarà pari alla retribuzione che il soggetto avrebbe potuto percepire nel corso della sua vita lavorativa se non fosse stato affetto dalla lesione
  • Danno economico dei genitori (spese future per la cura ed assistenza del figlio): si tratta delle spese per cure ed assistenza che la famiglia del bambino dovrà sostenere durante tutta la vita del bambino. Tale danno raggiunge importi spesso maggiori della somma dei danni alla salute e del danno economico del bambino.

Cosa fare in caso di sospetto di errori in caso di placenta previa

Se tu o il tuo bambino avete subito lesioni causate da errori medici commessi durante un caso di placenta previa, dovresti al più presto rivolgerti ad un avvocato specializzato in negligenza medica.  Contatta GRDLEX attraverso il nostro modulo online o telefonandoci. I nostri avvocati specializzati in lesioni subite dal neonato in conseguenza di placenta previa non diagnosticata o non curata, ti diranno, con l’ausilio del nostro staff di medici neonatologi e ginecologi, se potrai aver diritto ad un risarcimento dei danni subiti da te e dalla tua famiglia. Lo studio GRDLEX è sito in Roma e segue i propri clienti su tutto il territorio nazionale.
Importante: la consulenza è gratuita e dovrai pagarci solo se e quando verrà ottenuto il risarcimento: nessun pagamento senza risarcimento

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