Durante la gravidanza gli ormoni causano cambiamenti che rendono le donne più suscettibili a contrarre infezioni. Un’infezione delle vie urinarie (UTI, da "urinary tract infection") può colpire i reni, l’uretere (un condotto che collega i reni alla vescica urinaria), la vescica e l’uretra (condotto che unisce il collo della vescica urinaria con l’esterno). L’infezione può colpire sia le basse vie urinarie (vescica) sia le vie urinarie superiori (pielonefrite, ovvero una infezione del rene). Se un’infezione alla vescica non viene curata, l’infezione si può estendere ai reni. Le donne incinta hanno un rischio maggiore di contrarre infezioni delle vie urinarie dalla sesta settimana di gravidanza alla 24ma.
La vaginosi batterica è un’infezione della vagina causata da un batterio. La causa della vaginosi batterica sembra essere dovuta ad un’alterazione dell’equilibrio della microflora vaginale ed è l’infezione vaginale più comune nelle donne in età fertile. Approssimativamente 1 donna su 5 contrae questo tipo di infezione durante la gravidanza ed esse devono necessariamente essere curate. La vaginosi batterica e le infezioni delle vie urinarie sono associate ad un rischio maggiore di rottura prematura delle membrane (delle acque), parto prematuro (che può portare a lesioni al cervello come la tetraparesi spastica ed altri tipi di paralisi cerebrale). Alcuni studi scientifici hanno dimostrato la connessione fra la vaginosi batterica e aborti spontanei del secondo trimestre. Spesso un’infezione delle vie urinarie non presenta sintomi.
Molti specialisti eseguono lo screening per questo tipo di infezioni in particolare su donne che hanno avuto uno o più parti pretermine. Tuttavia, a causa della possibilità di sviluppare complicazioni gravi, è diventata una pratica standard per i medici l’eseguire tale screening su tutte le donne in gravidanza, nonostante la ricerca non abbia dimostrato alcun beneficio connesso con tale pratica.
Cause di infezioni urogenitali della gestante
INFEZIONI DELLE VIE URINARIE
Le infezioni delle vie urinarie sono molto comuni durante la gravidanza a causa di cambiamenti che si verificano nel tratto urinario. L’utero è collocato direttamente sopra la vescica. Dal momento che l’utero si ingrandisce durante la gravidanza, l’aumento di peso può bloccare il drenaggio di urina dalla vescica causando un’infezione. L’escherichia coli è la causa dell’80%-85% delle infezioni delle vie urinarie e lo stafilococco ne causa il 5%-10%. Le infezioni da stafilococco in genere si verificano in conseguenza di infezioni del sangue. Lo streptococco del gruppo B è la causa del 5% delle infezioni. In casi rari le infezioni delle vie urinarie sono causate da un virus o da un fungo. In genere sono i batteri che causano le infezioni delle vie urinarie entrando nella vescica tramite l’uretra, tuttavia l’infezione si può anche diffondere tramite il sangue e le vie linfatiche. I batteri possono passare dall’intestino all’uretra e le donne sono più a rischio rispetto agli uomini a causa della loro anatomia. Dopo essere entrati nella vescica, l’escherichia coli si attacca alle pareti della vescica formando una pellicola che lo protegge dai responsi immunitari del corpo. I batteri si diffondono nelle vie urinarie nei seguenti modi:
- Rapporti sessuali
- Cateteri
- Feci che entrano nella vagina
- Blocco parziale delle vie urinarie (dovuto, per esempio, a un utero ingrandito)
VAGINOSI BATTERICA
In genere la vagina contiene microorganismi, inclusi i Lactobacilli che aiutano a prevenire altri microorganismi, che provocano sintomi, dal moltiplicarsi.
I microrganismi coinvolti nella vaginosi batterica sono vari, e un cambiamento nella normale flora batterica, compresa la riduzione dei Lattobacilli, permette ai batteri più resistenti di prevalere e moltiplicarsi.
L’assunzione di antibiotici o uno sbalzo al pH della vagina possono provocare una riduzione dei lactobacilli. Le irrigazioni vaginali sono una delle cause maggiori di vaginosi batterica.
Fattori di rischio di infezioni delle vie urinarie e vaginosi batterica
Infezioni delle vie urinarie:
- Infezione della vescica
- Diabete
- Cateterismo urinario
- Uso di spermicidi
- Attività sessuale (soprattutto nelle donne giovani)
- Predisposizione familiare
Vaginosi batterica:
- Irrigazioni vaginali
- Partner sessuali nuovi o multipli
- Predisposizione alle vaginosi batterica
Segni e sintomi di infezioni delle vie urinarie e vaginosi batterica
Infezioni delle vie urinarie:
I sintomi più comuni sono il bruciore durante la minzione e la necessità di urinare frequentemente (pollachiuria), in assenza di perdite vaginali e di dolori. Questi sintomi possono variare da moderati a severi, e, in donne precedentemente in buona salute, durano in media 6-7 giorni. Talvolta si avvertono dolori al di sopra dell’osso pubico o nella regione lombare. Le donne che hanno la pielonefrite (infezione ai reni), potrebbero avvertire dolore al fianco, febbre, nausea e vomito, oltre ai classici sintomi di una infezione delle vie urinarie inferiori. In alcuni casi rari può apparire sangue nell’urina, o quest’ultima può avere un aspetto visibilmente torbido, con evidente presenza di pus (in questo caso si verifica la condizione nota con il termine di piuria).
I sintomi delle infezioni delle vie urinarie includono:
- Dolore o bruciore durante la minzione
- Necessità di urinare frequentemente
- Tracce di sangue o muco nelle urine
- Crampi o dolori nell’addome
- Dolori durante il rapporto sessuale
- Brividi, febbre o sudorazione
- Incontinenza
- Cambiamenti nella quantità di urina prodotta
- Urina torbida maleodorante
- Dolori, pressione avvertiti nella zona della vescica
- Dolori di schiena, brividi, febbre, nausea e vomito potrebbero verificarsi se il batterio entra nei reni
Vaginosi batterica
I sintomi principali della vaginosi batterica sono costituiti dalle perdite piuttosto che da bruciore o prurito nella zona interessata.
I sintomi della vaginosi batterica includono:
- Perdite lattiginose maleodoranti
- Lieve prurito
Diagnosi di infezioni delle vie urinarie e vaginosi batterica
Infezioni delle vie urinarie:
L’urinocoltura con antibiogramma può rivelare la presenza di un’infezione delle vie urinarie durante il corso della gravidanza. Molte autorità mediche consigliano l’orinocoltura alla prima visita neonatale, ripetuta durante il terzo trimestre. L’orinocoltura con antibiogramma viene preferita ad altri esami di laboratorio perchè permette la valutazione del profilo di sensibilità batterica, in vitro, a diversi tipi di antibiotici.
Vaginosi batterica:
Per la diagnosi della vaginosi batterica è necessaria la presenza di 3 fra questi 4 fattori:
- Perdite lattiginose omogenee
- Presenza verificata tramite osservazione microscopica, previa colorazione di Gram, di coccobacilli su “clue cells”, ovvero cellule epiteliali vaginali dall’aspetto puntinato perché ricoperte di batteri
- Secrezioni con pH sopra il 4,5
- Test con idrossido di potassio: se una piccola quantità di soluzione al 10% di idrossido di potassio viene aggiunto ad un campione delle perdite, si sprigiona un odore caratteristico. Il test è sempre meno utilizzato in quanto l’idrossido di potassio è caustico e può danneggiare le mucose vaginali.
Alcune autorità mediche consigliano lo screening per vaginosi batterica durante la prima visita neonatale alle donne che hanno già avuto un parto prematuro, seguito da un esame di controllo dopo un mese.
Trattamento delle infezioni delle vie urinarie e della vaginiosa batterica
Infezioni delle vie urinarie:
Le infezioni delle vie urinarie possono essere curate tranquillamente durante la gravidanza con antibiotici. I medici di solito prescrivono un corso di antibiotici che siano sicuri per la mamma e il bambino della durata di 3-10 giorni. La scelta dell’antibiotico si fa in base alla presenza del microrganismo più comune (per esempio, microrganismi gastrointestinali gram-negativi). Storicamente, l’ampicillina è stato il farmaco di scelta. Tuttavia in anni recenti, l’escherichia coli è diventato sempre più resistente all’ampicillina e ad altri antibiotici. Pertanto è assolutamente necessario eseguire un’urinocoltura con antibiogramma per stabilire quale antibiotico sia più efficace. Le infezioni delle vie urinarie hanno un alto tasso di ricorrenza nelle donne incinta, pertanto un monitoraggio attento e urinocolture frequenti successive alla diagnosi e terapia iniziale sono necessari. E’ anche essenziale cambiare l’antibiotico se il batterio si rivela resistente a quello somministrato.
In alcuni casi potrebbe essere necessaria la somministrazione di un corso di antibiotici per endovena e se i sintomi non migliorano potrebbero essere necessari ulteriori test diagnostici.
Alcuni antibiotici di uso comune come il fluorochinolone e la tetraciclina non dovrebbero essere somministrati durante la gravidanza a causa degli effetti tossici sul feto, tuttavia, nei casi in cui i batteri si rivelano resistenti ad altri antibiotici, potrebbe essere necessaria la somministrazione di fluorochinolone.
Le donne in gravidanza che non presentano sintomi di infezione (asintomatiche) devono essere curate per le eventuali complicazioni che potrebbero verificarsi. Tramite lo screening e la somministrazione della terapia per donne infette asintomatiche è possibile ridurre sia l’incidenza di infezioni ai reni durante la gravidanza che quella di parti prematuri e neonati sottopeso.
Un’infezione ai reni è un’infezione grave che può causare setticemia e parto prematuro. Una terapia tempestiva e aggressiva è fondamentale per ridurre le complicazioni. Il ricovero in ospedale è indicato per donne che presentano sintomi di setticemia, che vomitano o non riescono a idratarsi o che hanno contrazioni.
La terapia con cefalexina orale o celafotina per endovena ha dimostrato un alto tasso di guarigione senza effetti sul feto e pertanto può essere somministrata prima del risultato dell’urinocoltura. Anche altri antibiotici possono essere somministrati come la cefazolina, la gentamicina e ampicillina per endovena o il ceftriaxone per via intramuscolare. La terapia di un’infezione ai reni deve essere proseguita finché la donna presenta febbre. Molte donne rispondono positivamente a una terapia antibiotica e di re-idratazione entro le 24-48 ore. La causa più comune della mancata efficafia della terapia è dovuta alla resistenza del batterio all’antibiotico. Se la febbre persiste o altri sintomi continuano ad essere presenti si deve prendere in considerazione la possibilità di anomalie a livello strutturale e anatomico. Un’infezione persistente infatti potrebbe essere causata dall’urolitiasi (calcoli), anomalie congenite dei reni o ascesso ai reni.
Vaginosi batterica:
Antibiotici come il Metronidazolo o la Clindamicina sono efficaci nella terapia delle donne incinta con vaginosi batterica. Tuttavia c’e’ un alto tasso di ricorrenza dell’infezione dovuta alla resistenza al Metronidazolo. In casi di vaginosi batterica ricorrente la terapia con clindamicina ha un’efficacia migliore e la crema vaginale va usata solo durante le prime 20 settimane di gravidanza.
Conseguenze delle infezioni delle vie urinarie e della vaginosi batterica non trattate
Infezioni delle vie urinarie:
- Ritardo di crescita intrauterina
- Neonato sottopeso alla nascita
- Rottura prematura delle membrane
- Parto prematuro
- Paralisi cerebrale infantile
- Preeclampsia
- Amnionite
- Anemia
- Morte del feto
Vaginosi batterica:
- Malattia infiammatoria pelvica
- Rottura prematura delle membrane
- Parto prematuro
- Paralisi cerebrale infantile
- Neonato sottopeso alla nascita
- Morte del feto
A causa delle loro conseguenze e complicazioni devastanti è fondamentale che le infezioni delle vie urinarie e la vaginosi batterica vengano correttamente curate in tutte le donne incinta. Tutte le donne in attesa devono essere monitorate e devono essere effettuati gli esami di laboratorio necessari. Alcuni specialisti, come detto sopra, effettuano lo screening per vaginosi batteriche in tutte le donne che hanno avuto parti prematuri.
Malasanità nei casi di infezioni delle vie urinarie e vaginosi batterica
Quando la gestante non viene sottoposta ad esami volti ad evidenziare la presenza di infezioni delle vie urinarie o vaginosi batterica e le linee guida relative alla cura di queste infezioni non vengono seguite, si configura un’ipotesi di negligenza medica. Se tale negligenza causa lesioni alla madre o al bambino, i responsabili saranno tenuti a risarciregli il relativo danno. Qui sotto sono elencati i casi che potrebbero essere considerati ipotesi di negligenza:
- Mancato screening della donna incinta relativamente ad infezioni delle vie urinarie
- Mancato screening della donna che presenta i sintomi di vaginosi batterica
- Mancata esecuzione di antibiogramma per stabilire la resistenza dei batteri delle infezioni delle vie urinarie all’antibiotico
- Mancato esame di laboratorio post-terapia per stabilire l’efficacia delle terapie somministrate
- Negligenza nell’usare antibiotici adeguati alle infezioni
- Utilizzo di antibiotici dannosi per la madre o per il feto
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