Emorragia in gravidanza

Nel corso di una gravidanza la donna può andare incontro a sanguinamento vaginale. A seconda dello stadio della gravidanza e dell’entità, l’emorragia può avere cause, conseguenze e trattamenti differenti. Se una emorragia grave si verifica durante il travaglio o il parto, sia la madre che il bambino possono subire conseguenze gravi per la loro salute. Le cause del sanguinamento vaginale durante il parto possono essere molte, tra queste la presenza di placenta previa e il distacco della placenta.

Emorragie materne possono però verificarsi anche prima del parto (emorragia prepartum), subito dopo il parto (emorragia postpartum), o durante tutta la gravidanza a causa di una emorragia feto-materna o di coagulazione intravascolare disseminata.

Anche emorragie nelle prime settimane di gravidanza possono essere sintomo di gravi condizioni; tra queste: gravidanza ectopica, embolia da liquido amniotico, mola idatiforme, aborto, ematoma coriale e insufficienza cervicale.

I medici dovrebbero monitorare attentamente eventuali sanguinamenti vaginali nella donna durante tutta la gravidanza al fine di intervenire tempestivamente per evitare conseguenze gravi sia per la madre che per il bambino. In caso di lesioni da negligenza medica, avvocati esperti in danni da parto possono aiutarti ad ottenere il risarcimento.

Sanguinamento grave durante il travaglio e il parto

Se durante il parto o il travaglio si verificano gravi emorragie possono essere necessari interventi sanitari di emergenza. In caso di placenta previa, rottura uterina o distacco della placenta, il personale medico deve essere pronto ad effettuare il taglio cesareo d’urgenza al fine di prevenire emorragie potenzialmente letali per la madre e lesioni alla nascita del bambino.

Placenta Previa

La placenta è previa quando si trova posizionata in un punto insolitamente basso dell'utero tanto da coprire la cervice e bloccare il percorso di uscita del bambino fuori dall'utero. Se tale condizione non si risolve entro il terzo trimestre della gravidanza, possono verificarsi gravi emorragie che richiedono un parto cesareo d’urgenza al fine di evitare lesioni alla nascita del bambino.

Distacco della placenta

Il distacco della placenta si osserva quando la placenta si separa precocemente dalla parete uterina; tale condizione può diventare molto grave in tempi rapidi e può causare anossia (privazione di ossigeno) nel bambino. Anche in questo caso il personale medico dovrebbe agire con rapidità facendo nascere il bambino con parto cesareo in modo da evitare lesioni alla nascita.

Emorragia materna

Il sanguinamento materno al termine della gravidanza può essere motivo di grande preoccupazione poiché può indicare un potenziale pericolo per la salute della madre e del nascituro e, se trattato in modo improprio, può causare lesioni e/o morte. Esistono diversi tipi di emorragie materne che possono verificarsi prima del parto, ognuna con i propri fattori di rischio, sintomi, trattamenti e potenziali conseguenze.

Emorragia antepartum: sanguinamento nella seconda metà della gravidanza

Il “Journal of Perinatal Medicine” definisce un'emorragia antepartum come "sanguinamento dal tratto genitale nella seconda metà della gravidanza". Di definizioni ne esistono diverse, ma generalmente l'emorragia antepartum è quella che si verifica in qualsiasi momento tra la seconda metà della gestazione e l'inizio del travaglio e può essere causata da una serie di complicazioni tipicamente riscontrate in gravidanza, con alcune donne a maggior rischio rispetto ad altre. Condizioni frequentemente correlate all’emorragia antepartum includono:

È fondamentale che il personale medico monitori la madre in ogni fase della gravidanza poiché alcuni segni che compaiono durante la seconda metà della gravidanza possono indicare la presenza di un'emorragia antepartum. Questi sintomi includono:

  • Sanguinamento, con o senza dolore
  • Contrazioni uterine
  • Presentazione o posizione fetale abnormale (ad esempio presentazione podalica, presentazione di faccia o difficoltà per la testa del bambino di posizionarsi nel canale del parto)
  • Segni di sofferenza fetale (ad esempio diminuzione del movimento fetale, ecc.)

Il verificarsi di un'emorragia antepartum può avere un impatto negativo sulla salute sia della madre che del bambino, soprattutto se gestita in modo improprio. Le complicazioni mediche associate all'emorragia antepartum possono essere suddivise in due categorie:

Al fine di evitare queste complicazioni è fondamentale che il personale medico gestisca con attenzione le pazienti con emorragia antepartum monitorandone il sanguinamento e lo stato di salute della madre e del bambino al fine di programmare un piano di trattamento appropriato.

Il monitoraggio e i test antepartum appropriati includono in genere il “non stress test” (utilizzando un monitor fetale), ultrasuoni (per valutare l'anatomia e il volume del liquido amniotico) e il profilo biofisico (per valutare il benessere fetale).

Coagulazione intravascolare disseminata

La coagulazione intravascolare disseminata è una rara condizione del sangue caratterizzata da una eccessiva coagulazione seguita da forti emorragie nel momento in cui le proteine coinvolte nella coagulazione si esauriscono. Non è una condizione spontanea e può essere innescata durante la gravidanza causando gravi conseguenze nella madre e nel bambino. Fattori scatenanti, complicazioni tipiche della gravidanza, possono essere:

Sintomi che si verificano spesso in presenza di coagulazione intravascolare disseminata sono:

  • Sanguinamento grave
  • Tachicardia
  • Shock
  • Ipotensione (pressione sanguigna bassa)
  • Stato mentale alterato
  • Estremità fredde
  • Insufficienza renale acuta
  • Disfunzione epatica
  • Danno polmonare acuto
  • Disfunzione neurologica

I postumi della coagulazione intravascolare disseminata possono essere seri e dipendono dalla causa scatenante la patologia e da come è stata trattata. Tra le lesioni materne più comuni troviamo:

  • Danno renale acuto
  • Emorragia
  • Tamponamento cardiaco: aumento della pressione cardiaca a causa dell'accumulo di sangue nel pericardio.
  • Ematoma intracerebrale: rottura di vasi sanguigni del cervello.
  • Shock
  • Mortalità materna

Emorragia feto-materna: trasferimento di sangue tra madre e bambino

Durante la gravidanza, una piccola quantità di sangue viene trasferita tra la madre e il suo bambino (feto). Quando la quantità di sangue trasferita dal feto alla madre è eccessiva si parla di emorragia feto-materna e può determinare gravi conseguenze per il bambino.

Le emorragie feto-materne possono essere il risultato di traumi alla placenta o alle aree circostanti, oppure possono essere completamente spontanee. Le emorragie correlate al trauma possono derivare da test invasivi mal eseguiti come l'amniocentesi e la villocentesi. L’emorragia feto-materna spontanea, che costituisce la maggior parte dei casi segnalati, invece, non ha eziologia nota.

Durante un'emorragia feto-materna, solitamente la madre non mostra alcun segno, poiché il trasferimento di sangue non è generalmente dannoso per lei; occasionalmente, però, la madre può mostrare piccoli segnali di avvertimento simili a quelli che si osservano dopo una trasfusione di sangue, come:

  • Nausea
  • Febbre
  • Brividi

Poiché tra i due è il feto quello maggiormente colpito dall’emorragia feto-materna, un attento monitoraggio dello stato fetale può rivelare i segni di questa condizione. Tra questi:

  • Diminuzione del movimento fetale
  • Frequenza cardiaca fetale con pattern sinusoidale
  • Tachicardia
  • Basso punteggio del profilo biofisico
  • Anemia fetale

Le conseguenze sullo stato di salute del bambino causate da un'emorragia feto-materna dipendono da molti fattori, tra questi l’entità del sanguinamento e il trattamento sanitario stabilito. Se l'emorragia viene trattata in modo improprio e/o diventa troppo grave, il bambino è a rischio di sviluppare condizioni come:

  • Danno cerebrale neonatale
  • Sindrome da distress respiratorio
  • Ipertensione polmonare
  • Disfunzione renale
  • Anemia fetale

Embolia da liquido amniotico: sanguinamento durante il parto

L'embolia da liquido amniotico è una condizione estremamente rara che può verificarsi durante il parto quando il liquido amniotico entra nel flusso sanguigno della madre. Una volta che ciò si verifica, può causare gravi danni alla madre e al feto.

Esistono diversi fattori di rischio legati a questa condizione; tuttavia, il loro valore predittivo è discutibile a causa della rarità della codizione stessa che è generalmente spontanea. I fattori di rischio più comuni sono:

  • Travaglio traumatico
  • Età materna avanzata
  • Utilizzo di forcipe e ventosa ostetrica
  • Parto cesareo
  • Placenta previa
  • Distacco della placenta
  • Elevata multiparità (> 5 gravidanze)
  • Sofferenza fetale
  • Parto indotto

I sintomi dell’embolia da liquido amniotico si presentano generalmente poco prima o durante il travaglio e il parto. Spesso sono di grave entità e causano importanti danni. Tra questi:

  • Shock cardiogeno: quando il cuore non pompa abbastanza sangue.
  • Ipotensione
  • Ipossiemia: bassi livelli di ossigeno nel sangue
  • Insufficienza respiratoria
  • Coma o convulsioni

A causa della rarità dell'embolia da liquido amniotico e della sua insorgenza improvvisa e grave, le conseguenze, sia per la madre che per il bambino, possono essere serie e se non trattata tempestivamente possono determinare mortalità sia materna che fetale. La tempestività nel compiere un parto d’urgenza può aumentare di molto la sopravvivenza fetale, anche se alcuni sopravvissuti subiscono lesioni neurologiche.

La gestione di questa condizione mira a controllarne i sintomi (come l'ipossiemia), a prevenire ulteriori danni al paziente e a far nascere tempestivamente il feto (entro 3-5 minuti) per garantire adeguati livelli di ossigeno evitando così l'encefalopatia ipossico-ischemica.

Emorragia postpartum: sanguinamento dopo il parto

L'emorragia postpartum si verifica quando una donna sanguina copiosamente dopo la nascita del suo bambino. La perdita di sangue è normale e attesa dopo la nascita; tuttavia, se questa diventa pesante e continua, è considerata un'emorragia, molto pericolosa per la madre.

Il sanguinamento dopo il parto può essere causato da una serie di fattori. I più comuni sono:

  • Atonia uterina: si verifica quando l'utero non si contrae efficacemente dopo il parto di un bambino. Condizioni come la placenta previa e il distacco della placenta possono aumentare il rischio di atonia uterina e di emorragia postpartum.
  • Trauma durante il travaglio: il sanguinamento da trauma durante o in prossimità del travaglio può portare a emorragia postpartum. Questo sanguinamento può essere il risultato di complicazioni come la rottura uterina, lacerazioni da parto o da intervento chirurgico.
  • Coagulopatia: le donne che hanno ereditato o acquisito disturbi della coagulazione del sangue possono soffrire di emorragia postpartum a causa dell'incapacità di fermare il sanguinamento correlato al parto.

Le donne che sono ad alto rischio di emorragia postpartum dovrebbero essere identificate all'inizio della gravidanza e sia il travaglio che il parto dovrebbero essere gestiti in modo sicuro e appropriato a seconda del loro livello di rischio. Alcuni fattori che mettono le donne a maggior rischio di emorragia postpartum sono:

  • Placenta ritenuta: la placenta non è espulsa nei 30 minuti che seguono il parto.
  • Travaglio prolungato durante la seconda fase
  • Utilizzo di forcipe o ventosa ostetrica
  • Distacco della placenta
  • Placenta accreta: la placenta è ancorata in profondità nella parete uterina
  • Placenta previa
  • Neonato grande per età gestazionale
  • Preeclampsia e disturbi correlati
  • Induzione del travaglio
  • Travaglio prolungato
  • Distocia in travaglio

È fondamentale che i medici riconoscano i sintomi di una emorragia postpartum il prima possibile, poiché il sanguinamento continuo può essere pericoloso per la gestante. I segni più comuni sono:

  • Grave emorragia
  • Pressione sanguigna bassa
  • Stordimento e debolezza
  • Aumento della frequenza cardiaca, spesso nel range tachicardico
  • Pallore
  • Irrequietezza o letargia

Quando l'emorragia postpartum è grave o non è adeguatamente monitorata e trattata dal personale medico, può risultare molto pericolosa e portare a esiti negativi. Alcune delle complicanze più frequentemente associate all'emorragia postpartum includono:

  • Grave perdita di sangue
  • Anemia
  • Danni agli organi principali
  • Shock ipovolemico: una condizione che si verifica quando più del 20% del sangue viene perso; può determinare gravi disfunzioni d'organo.
  • Mortalità materna
  • Setticemia: infezione del sangue.

La gestione di un'emorragia postpartum dipende principalmente dalla causa del sanguinamento e dalla quantità di sangue perso. Generalmente, le donne con emorragia postpartum vengono monitorate, idratate e trattate adeguatamente per arginare il sanguinamento.

Quando il sanguinamento all'inizio della gravidanza è sintomo di una condizione grave

È importante non sottovalutare il sanguinamento vaginale che avviene durante tutte le fasi della gravidanza poiché anche una emorragia lieve può essere il segnale di una condizione che richiede cure mediche d’urgenza. Tra queste:

Gravidanza ectopica

La gravidanza ectopica si verifica quando l'ovulo fecondato viene impiantato al di fuori dell'utero. In questi casi generalmente l’impianto si verifica in una delle due tube di Falloppio, ma l'ovulo può impiantarsi anche nell'ovaio, nella cavità addominale o nella cervice. Spesso, le donne con gravidanze ectopiche mostrano sintomi prima di rendersi conto di essere incinte.

Oltre al sanguinamento vaginale, questi sintomi possono includere dolore pelvico, addominale e alla spalla. Occasionalmente, le gravidanze ectopiche addominali possono portare alla nascita di un bambino, anche se la probabilità di deformità è del 40% e la possibilità di sopravvivenza oltre una settimana dopo il parto è solo del 50%.

Poiché un uovo fecondato generalmente non può sopravvivere al di fuori dell'utero e poiché la gravidanza ectopica può essere molto pericolosa per la madre (è la causa di morte più comune correlata alla gravidanza nel primo trimestre), il trattamento di solito comporta la rimozione del feto. Questo può essere fatto attraverso l'uso di farmaci o chirurgicamente. A meno che non venga diagnosticata e trattata rapidamente, la gravidanza ectopica può anche causare la perdita di una tuba di Falloppio.

Mola idatiforme

La mola idatidiforme (nota anche come gravidanza molare) è il risultato di un concepimento anormale che porta a uno sviluppo fetale minimo ma con uno sviluppo placentare eccessivo. Il tessuto placentare forma una massa nell'utero composta da piccole cisti.

I sintomi di una mola idatidiforme includono:

  • Sanguinamento vaginale nel primo trimestre, che può essere coagulato o acquoso e marrone
  • Espulsione vaginale di frammenti simili a piccoli grumi come acini d’uva
  • Crescita uterina anormale
  • Grave nausea/vomito
  • Ipertiroidismo
  • Alta pressione sanguigna
  • Gonfiore ai piedi, alle caviglie e alle gambe

Il trattamento comporta generalmente la rimozione del tessuto anomalo con una procedura di raschiamento. La massa che si sviluppa è generalmente benigna, anche se occasionalmente può generare un carcinoma, un cancro in rapida crescita e potenzialmente fatale, ma curabile con successo con la chemioterapia. Altre complicazioni includono preeclampsia, problemi alla tiroide e gravidanze molari ricorrenti.

Aborto

L'aborto spontaneo può essere definito come una gravidanza che termina prima che il feto sia vitale, cioè prima che possa potenzialmente sopravvivere al di fuori dell'utero. L'8-20% delle gravidanze termina con un aborto spontaneo e il 90% di questi aborti si verifica prima delle otto settimane di gestazione. Le cause dell’aborto spontaneo sono:

  • Squilibrio ormonale
  • Infezioni
  • Anomalie genetiche
  • Cervice incompetente o insufficiente
  • Trauma durante la gravidanza

I sintomi variano, a seconda di quanto è avanti lo stato di gravidanza della donna:

  • Aborti spontanei prima della 6a settimana: dolori simili a quelli mestruali
  • Aborti spontanei tra le sei e le 12 settimane: dolore moderato e perdita di sangue
  • Aborti spontanei dopo le 12 settimane: dolore più intenso, simile alle contrazioni

Sebbene gli aborti spontanei siano a volte inevitabili, alcuni possono essere prevenuti con un trattamento adeguato. Il sanguinamento osservato oltre il periodo dell'impianto può essere un segno di una minaccia di aborto spontaneo. Di solito può essere trattato con riposo a letto e cure farmacologiche di supporto.

Se una donna abortisce, può richiedere una procedura chiamata "raschiamento" per pulire le pareti uterine e rimuovere il contenuto non espulso. In alcune situazioni, i medici possono anche somministrare prostaglandine o ossitocina per via endovenosa per stimolare il travaglio. È importante notare che oltre alle cure fisiche, può essere anche necessario un supporto psicologico per la gestione emotiva dell’interruzione della gravidanza.

Ematoma coriale

L’ematoma coriale è un grumo di sangue tra il corion, la membrana che circonda l'embrione, e la parete uterina formatosi per il distacco del corion dall'utero. Gli ematomi subcoriali sono il tipo più comune e si verificano tra il corion e l'endometrio (la membrana interna dell'utero). Al fine di prevenire un aborto spontaneo, le donne con ematomi subcoriali sono trattate con progesterone o didrogesterone. Alle donne con ematomi più estesi è consigliato anche il riposo assoluto. Grazie a trattamenti appropriati e a un attento monitoraggio, le donne con questa condizione solitamente partoriscono un bambino sano e a termine.

Insufficienza cervicale

L’insufficienza cervicale è una grave condizione medica che si verifica quando la cervice inizia a dilatarsi prematuramente, in genere nel secondo trimestre. Ciò può essere causato da molti fattori, tra questi:

  • Condizioni congenite
  • Esposizione al dietilstilbestrolo (un estrogeno sintetico)
  • Trauma ostetrico precedente
  • Aver subito interventi chirurgici come la biopsia cervicale, raschiamento e conizzazione.

Sintomi di cervice incompetente sono:

  • Leggero sanguinamento vaginale
  • Cambiamento nelle perdite vaginali
  • Sensazione di pressione pelvica
  • Mal di schiena
  • Lievi crampi addominali
  • Accorciamento o apertura prematura della cervice

Il ginecologo di solito prescrive il riposo a letto per le pazienti con insufficienza cervicale, più un cerchiaggio cervicale (un intervento chirurgico in cui la cervice viene cucita e chiusa; i punti vengono rimossi verso la fine della gravidanza) e la somministrazione del progesterone.

Una cervice incompetente può portare a un aborto spontaneo, a un parto prematuro o a lesioni neonatali, tutte conseguenze evitabili se i medici identificano, diagnosticano, monitorano e trattano correttamente le pazienti con questa condizione. Sia il parto prematuro che l'encefalopatia ipossico-ischemica possono causare lesioni e disabilità alla nascita; tra queste:

Sanguinamento come segno precoce di gravidanza

Alcune donne osservano un leggero sanguinamento all'inizio della gravidanza. Spesso ciò è dovuto al sanguinamento da impianto o al sanguinamento cervicale, condizioni che generalmente non rappresentano una seria minaccia per la madre o il bambino. Tuttavia, poiché può essere difficile conoscerne con certezza le cause, è sempre importante consultare un ginecologo se si osserva sanguinamento durante la gravidanza.

Sanguinamento da impianto

Alcune donne possono osservare sanguinamento vaginale da impianto quando l'uovo fecondato si annida nel rivestimento uterino. Questo sanguinamento può verificarsi nelle prime due settimane dopo il concepimento e spesso viene confuso con il sanguinamento da preciclo dalle donne che ancora non sanno di essere incinte.

Sanguinamento cervicale

All'inizio della gravidanza, nella zona cervicale si formano ulteriori vasi sanguigni. Di conseguenza, la cervice può sanguinare più facilmente dopo un rapporto sessuale o dopo un pap test.

Assistenza legale per lesioni emorragiche materne

Se una donna in gravidanza o il suo bambino subiscono lesioni a causa di una emorragia mal gestita, ci si può rivolgere ad avvocati esperti in lesioni alla nascita che con la loro esperienza e capacità potranno aiutare nell’ottenere un eventuale risarcimento in caso di accertata negligenza medica. Contatta dannidaparto legal. I nostri avvocati specializzati in atti di negligenza medica durante il travaglio prolungato o l’arresto del travaglio ti diranno, con l’ausilio del nostro staff di medici neonatologi e ginecologi, se potrai aver diritto ad un risarcimento dei danni subiti da te e dalla tua famiglia. Dannidaparto legal è sito in Roma e segue i propri clienti su tutto il territorio nazionale.

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