Parto di bambino podalico: errori di gestione e conseguenze risarcitorie

Se un bambino nel grembo materno è in posizione podalica è necessario che il medico monitori attentamente la situazione in prossimità del travaglio e del parto.

Anche se la madre desidera partorire per via vaginale, spesso un parto cesareo è consigliabile per evitare danni e lesioni, anche permanenti, sia alla madre che al bambino.

Per evitare il parto cesareo, il medico può decidere di tentare una versione cefalica manuale del bambino, sia durante il travaglio che nelle ultime settimane di gravidanza, informando la futura madre, però, dei possibili rischi associati a questa procedura.

Complicazioni nel parto del bambino podalico

Quando la gravidanza si avvicina al termine, generalmente le visite dal ginecologo aumentano. Sia il medico che la paziente si preparano per la nascita imminente, monitorando costantemente la salute del bambino e della madre.

Durante questi controlli il ginecologo può scoprire che il bambino è in posizione podalica, condizione che spesso complica sia il travaglio che il parto. I medici hanno diverse opzioni per gestire questa situazione in modo sicuro ma ognuna di questa richiede un'attenta preparazione al parto.

I ginecologi spesso prendono decisioni importanti e critiche durante la gravidanza, ma ancora di più quando scoprono che il nascituro è in posizione podalica. In caso di complicazioni non si possono correre rischi poiché si rischiano ripercussioni permanenti sia per il bambino lesionato che per la madre.

I 3 tipi principali di posizioni podaliche

Esistono tre tipi principali di posizioni podaliche.

La più comune, detta posizione podalica Frank, si verifica quando il bambino si rannicchia sui fianchi con le gambe vicine alla testa e le natiche vicino al canale del parto. Esistono anche la posizione podalica completa e quella incompleta: nella posizione podalica completa le ginocchia del bambino sono piegate, con i piedi e le natiche vicini al canale del parto.

Nella posizione podalica incompleta, uno o due piedi sono posizionati sotto le natiche del bambino.

Raramente, il feto può essere posizionato anche trasversalmente rispetto al canale del parto. Invece della tipica posizione verticale, il bambino giace orizzontalmente, con la faccia rivolta verso l'alto o verso il basso e con una spalla posizionata verso il canale del parto.

Possibili ragioni per cui il feto assume una posizione podalica

Il bambino nell’utero materno può assumere una posizione podalica perché l'utero è malformato, piriforme, ricco in fibromi o perché presenta una placenta previa, condizione in cui la placenta copre parzialmente o interamente la cervice.

Anche la quantità di liquido amniotico può influenzare la posizione del bambino: sia troppo che troppo poco liquido amniotico possono determinare una posizione podalica.

Anche una gravidanza gemellare, la prematurità del bambino (nato prima della 37a settimana) e disabilità congenite possono determinare questa condizione. Non sempre la posizione podalica del bambino ha una causa specifica.

Conseguenze del parto podalico

Far nascere un bambino podalico con un parto vaginale può metterlo seriamente in pericolo. Se il bambino non assume la giusta posizione entro la 36a settimana, è improbabile che il feto possa nascere vaginalmente.

Se però il feto è podalico all'inizio della gravidanza, è probabile che si riposizione assumendo una presentazione cefalica.

Circa il 3-4% dei bambini nati pretermine sono podalici. Se il bambino a 36 settimane di gravidanza si presenta a testa in giù e con la faccia rivolta verso la colonna vertebrale, rimarrà in questa posizione fino al momento del parto.

Se la presentazione è a testa in giù ma rivolta verso l'alto o verso la pancia, il feto può rimanere bloccato a livello dell’osso pubico poiché la posizione della testa e del corpo rendono difficile il passaggio della testa oltre l'osso pubico.

Sebbene sia possibile partorire un bambino podalico, i rischi riguardano soprattutto la lussazione di fianchi, braccia e gambe.

Le ossa del feto possono rompersi e il cordone ombelicale può aggrovigliarsi, torcersi o appiattirsi riducendo l'apporto di ossigeno al bambino; la privazione di ossigeno spesso provoca gravi danni al cervello e ai nervi.

Indipendentemente dalla causa, si procederà o al riposizionamento manuale del bambino, o a effettuare un taglio cesareo o al parto vaginale. In presenza di placenta previa, nascite multiple, bassi livelli di liquido amniotico, sofferenza fetale, rottura precoce delle acque e sanguinamento vaginale il parto vaginale non deve mai essere considerata una opzione.

Versione cefalica esterna

A 36 settimane di gravidanza e prima dell’inizio del travaglio il ginecologo può determinare se il bambino è in posizione podalica e se è necessario un parto cesareo o una procedura alternativa.

Il ginecologo può dover ruotare manualmente un bambino podalico durante la fase di spinta del travaglio ma può rilevare una posizione podalica anche prima mediante una visita o con una ecografia.

Prima di ricorrere al parto cesareo il medico può tentare manualmente di modificare la posizione del bambino nell'utero eseguendo una versione cefalica esterna che permetterà di girare il bambino prima dell'inizio del travaglio.

Questa procedura consiste nell’applicazione di una forte pressione sull’addome della madre per costringere il bambino a girarsi verso il basso. La versione cefalica esterna è una procedura abbastanza efficace anche se in alcuni casi può addirittura stimolare l'inizio del travaglio. Il tasso di successo è del 60-65%, con stime più recenti anche superiori a queste percentuali.

In particolari condizioni, però, questa procedura mostra dei rischi. Oltre al parto prematuro, infatti, la versione cefalica esterna può causare la rottura prematura delle membrane (rottura delle acque), il travaglio prematuro, emorragie nella madre e nel bambino e un cesareo di emergenza.

Dopo la procedura, se la sicurezza del bambino lo richiede, il ginecologo può comunque decidere di effettuare un cesareo. La risposta del bambino al procedimento di rsione cefalica e il posizionamento della placenta sono fattori da considerare per effettuare le scelte successive.

Scelta del parto cesareo quando un bambino è in posizione podalica

Il medico che ha in cura una donna incinta di un feto in posizione podalica può decidere di eseguire il parto cesareo.

Anche se la futura madre desidera fortemente il parto vaginale, i medici le devono indicare chiaramente tutti i possibili rischi per il bambino.

Anche nel caso in cui la madre chieda che il medico tenti la manovra, le devono essere indicati tutti gli eventuali rischi sia per lei che per il bambino. È molto rischioso eseguire un parto vaginale o effettuare una versione cefalica manuale quando ci sono evidenze che farlo potrebbe determinare lesioni permanenti nel feto e morte sia per la che per il suo bambino.

Principali lesioni nei neonati partoriti in posizione podalica

Quando il ginecologo rileva un bambino in posizione podalica deve decidere prontamente se tentare una versione cefalica manuale, calcolando gli eventuali rischi, o ricorrere direttamente a un parto cesareo.

I bambini podalici nati mediante parto vaginale possono subire danni cerebrali e paralisi cerebrale infantile, condizioni irreversibili che determinano convulsioni, carenze cognitive e spasmi muscolari e altre disabilità che richiedono cure mediche per tutta la vita.

Un parto podalico mal gestito può anche causare lesioni del plesso brachiale che si verifica nel caso in cui il collo e la spalla del bambino rimangono bloccati nel canale del parto con conseguente danneggiamento e allungamento dei nervi.

La paralisi dei Erb, conseguenza di queste lesioni, causa debolezza temporanea o permanente e paralisi della spalla e delle braccia. Il danno spinale, inoltre, può causare la paralisi della parte superiore o inferiore del corpo mentre la diminuzione del flusso sanguigno e dell'ossigeno può causare encefalopatia ipossico-ischemica, un tipo di danno cerebrale che porta a ipotonia, paralisi e ritardi cognitivi.

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