Valutazione del danno cerebrale neonatale e del rischio di ritardi nello sviluppo

Quando si sospetta un danno cerebrale nel neonato, eseguire ottenere scansioni cerebrali è cruciale per la diagnosi e il trattamento di eventuali lesioni.

Le scansioni cerebrali, note anche come imaging cerebrale, forniscono informazioni importanti per la diagnosi e il trattamento delle lesioni e di altre patologie nel bambino.

L’imaging può anche aiutare nella valutazione del rischio che un bambino possa avere problemi cognitivi, dello sviluppo o motori durante la crescita.

Questa indagine permette di elaborare previsioni nel tempo, anche se molto spesso gli effetti a lungo termine del danno cerebrale neonatale non possono essere completamente noti fino a quando il bambino non raggiunge l'età scolare, momento in cui eventuali ritardi dello sviluppo diventano più evidenti.

Uno studio pubblicato su The Journal of Pediatrics ha riportato come le scansioni cerebrali eseguite in prossimità della nascita siano migliori predittrici degli esiti dello sviluppo neurologico del bambino rispetto a quelle eseguite successivamente perché possono rilevare condizioni cliniche che devono essere gestite con urgenza, come emorragie cerebrali o edemi.

L'imaging cerebrale è particolarmente utile per i bambini prematuri poiché maggiormente a rischio di compromissione dello sviluppo neurologico.

In caso di sospetto di lesione cerebrale subita durante o in prossimità del parto, indipendentemente dall’età, qualsiasi neonato deve essere sottoposto a scansioni cerebrali per evidenziare eventuali danni.

La risonanza magnetica e l'ecografia cranica sono tecniche di imaging comunemente utilizzate per determinare lesioni come l'encefalopatia ipossico-ischemica, le emorragie cerebrali e l'idrocefalo, tutte condizioni che richiedono un intervento urgente.

L'encefalopatia ipossico-ischemica, per esempio, deve essere diagnosticata entro 6 ore dal trauma per poter sottoporre il bambino a ipotermia; l'intervento precoce è quindi fondamentale soprattutto per i bambini che hanno subito lesioni cerebrali e ipossia al cervello in quanto più è ritardato il trattamento, maggiore è il rischio di danni cerebrali permanenti.

Tuttavia, poiché spesso la lesione cerebrale neonatale evolve nel corso delle ore, giorni e settimane, è necessario effettuare più scansioni cerebrali nel tempo.

Scansioni del cervello nel bambino

Per diagnosticare con precisione un danno cerebrale subito alla nascita è necessario eseguire più di una scansione poiché la lesione può evolvere nel tempo; il cervello danneggiato di un bambino, inoltre, è particolarmente suscettibile allo sviluppo di condizioni gravi che richiedono un trattamento tempestivo, da qui la necessità di screening approfonditi.

Spesso la lesione cerebrale nel neonato si verifica durante o in prossimità del parto; nel caso in cui si sospetti un danno, i medici devono valutare eventuali sintomi che tipicamente si manifestano 12-24 ore dopo la nascita, edema cerebrale incluso.

Se l’edema si manifesta il giorno successivo al parto, è fortemente probabile che il bambino abbia subito una lesione cerebrale durante o in prossimità del parto. La risonanza magnetica permette di diagnosticare forme da moderate a gravi di lesioni entro 24 ore dalla nascita.

Nel caso in cui un bambino prematuro subisca un danno cerebrale periventricolare alla nascita, la lesione sarà evidente dopo 24 ore dal parto ed eventuali formazioni cistiche saranno generalmente osservate dopo circa una o tre settimane.

La risonanza magnetica è lo strumento diagnostico più valido per valutare l'entità del danno cerebrale della sostanza bianca e, generalmente, permette di osservare lesioni cerebrali entro 24 ore dal parto. Effettuata la diagnosi, può essere comunque necessario eseguire scansioni successive nel tempo poiché, a volte, il danno si manifesta successivamente.

  • Le emorragie cerebrali, tra le cause principali di danno cerebrale nei neonati prematuri, possono essere diagnosticate mediante ecografia cerebrale; la maggior parte delle diagnosi avviene entro i primi cinque giorni dopo la nascita, in alcuni casi entro un’ora.
  • L'emorragia subdurale è il tipo più comune di emorragia intracranica nei neonati che, in assenza di sintomi, può essere diagnosticata mediante ecografia cerebrale. Se il bambino presenta sintomi, invece, questi si manifestano entro le prime 24-48 ore di vita e l’ecografia permette ai medici di caratterizzare l’emorragia determinandone la posizione e l'entità.
  • L'emorragia subgaleale, invece, è uno dei tipi più gravi di emorragia cerebrale nel bambino ed è spesso causata dall’utilizzo di dispositivi di ausilio al parto come la ventosa ostetrica durante un parto complesso.

Generalmente il sintomo più evidente è un edema sulla testa del neonato che si manifesta entro 12-72 ore dalla nascita; in caso di emorragia subgaleale grave, invece, il gonfiore può essere visibile subito dopo il parto. Sia la tomografia computerizzata che la risonanza magnetica sono strumenti diagnostici utili per differenziare l'emorragia subgaleale da altre condizioni mediche craniche.

  • Le emorragie intraventricolari possono causare anche idrocefalo, condizione in cui il gonfiore della testa è causato da ventricoli cerebrali ingrossati da assenza di drenaggio del liquido cerebrospinale.

In un neonato, l’ecografia cerebrale può essere utilizzata per la diagnosi iniziale di idrocefalo, mentre la risonanza magnetica permette una migliore caratterizzazione dell'estensione della lesione monitorando il percorso del liquido cerebrospinale.

L'idrocefalo può essere presente alla nascita o subito dopo e deve essere rapidamente diagnosticato e trattato; successivamente, l’ecografia non può più essere utilizzata e devono essere eseguite TAC o Risonanza Magnetica per la diagnosi e la valutazione di questa condizione nel bambino.

A prescindere dalla condizione all’origine di una lesione cerebrale, la diagnosi precoce è fondamentale in modo che i medici possa intraprendere interventi per ridurre al minimo o prevenire danni cerebrali permanenti nel bambino.

Quali sono le cause del danno cerebrale in un bambino?

Il danno cerebrale in un bambino può essere causato da molti fattori ed è classificato in diversi tipi. Una delle cause più comuni di danno cerebrale in un bambino è l'asfissia alla nascita (mancanza di ossigeno al cervello del bambino durante o vicino al momento della nascita). Le seguenti condizioni possono causare grave asfissia alla nascita in un neonato:

L'asfissia grave può essere classificata come asfissia “acuta quasi totale” (generalmente improvvisa e grave) o “asfissia acuta profonda” (asfissia prolungata).

Il primo tipo di solito provoca lesioni della materia grigia profonda del cervello (gangli della base, talamo e tronco encefalico) mentre nel secondo tipo la lesione è generalmente osservata nella corteccia cerebrale e nelle strutture cerebrali profonde, in particolare nel putamen e nel talamo.

L'asfissia parziale prolungata di solito dura più di 30 minuti e provoca principalmente lesioni nelle regioni spartiacque e parasagittale della corteccia cerebrale, che sono aree che non hanno afflusso di sangue diretto.

L'asfissia prolungata parziale in un bambino può essere causata da:

Nel caso in cui il bambino subisca un’asfissia acuta profonda insieme a una asfissia prolungata parziale, si parla di “pattern misto di lesioni cerebrali

Prevenzione del danno cerebrale neonatale

In caso di ipossia neonatale durante il parto, il medico deve eseguire tempestivamente il taglio cesareo d'urgenza per ridurre al minimo il tempo e la gravità dell'asfissia.

Non appena la partoriente accede alla sala parto la frequenza cardiaca del bambino deve essere monitorata mediante l’utilizzo del cardiotocografo così da evidenziare una eventuale ipossia indicata da un tracciato anomalo in relazione alle contrazioni materne ed intervenire con un cesareo d’urgenza.

In caso di emorragie cerebrali devono essere eseguite scansioni cerebrali per un trattamento immediato, la pressione sanguigna deve essere normalizzata e, se necessario, il bambino deve essere rianimato per garantire una adeguata ossigenazione e ventilazione.

Altri interventi medici che possono ridurre al minimo o prevenire il danno cerebrale neonatale includono la prevenzione dell’aumento della pressione all'interno del cervello (pressione intracranica) e il trattamento tempestivo di eventuali infezioni o sepsi.

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