Il nostro Studio Legale ha seguito e definito con esito favorevole il caso di due neonati gemelli (che per motivi di privacy chiameremo Caio e Mevio) affetti entrambi da un grave danno cerebrale (denominato kernittero).
Il kernittero era stato causato ai due bambini dai sanitari che ebbero ad assisterli dopo il parto, che avevano omesso di trattare tempestivamente e correttamente gli elevati livelli ematici di bilirubina (ittero) di cui i neonati stessi erano affetti.
In conseguenza del danno cerebrale sofferto, i piccoli Caio e Mevio sviluppavano una serie di problemi cognitivi e motori rientranti nella condizione della paralisi cerebrale infantile.
Con l’assistenza dell'avvocato Stefano Gallo, i neonati ed i loro genitori sono riusciti ad ottenere, senza andare in causa, un risarcimento dei danni di 2.700.000,00 euro.
Indice sommario
- La problematica medica: eccesso di birilubina nel neonato e rischio di danno cerebrale
- La vicenda clinica dei neonati Caio e Mevio
- L'analisi della pratica da parte del nostro Studio Legale e la richiesta di risarcimento
- La trattativa stragiudiziale e la definizione della controversia con il versamento del risarcimento
La problematica medica: eccesso di birilubina nel neonato e rischio di danno cerebrale
La bilirubina è una sostanza che deriva dal metabolismo dell’emoglobina contenuta nei globuli rossi. La bilirubina è una sostanza altamente tossica per il tessuto cerebrale, e per questo motivo i bambini a rischio di elevati livelli di bilirubina, come i bambini prematuti, devono essere tenuti sotto stretto controllo.
I neonati affetti da ittero, se non monitorati e trattati, spesso non sono in grado di smaltire la bilirubina e sviluppano una condizione detta kernittero, che si verifica quando il livello di bilirubina è talmente alto da spostarsi dal sangue al tessuto cerebrale, causando lesioni al cervello.
Linee Guida italiane ed internazionali prevedono un attento programma di monitoraggio dell'ittero neonatale , basato su normogrammi che rapportano il livello di bilirubina all’età gestazionale ed all’ora di vita, al fine d’improntare tempestivamente gli interventi terapeutici più appropriati.
Le analisi per controllare i livelli di bilirubina e le terapie a cui sottoporre i bambini che mostrano alti livelli di bilirubina sono, peraltro, estremamente semplici e, pertanto, non vi è nessuna scusa per non eseguirli.
La vicenda clinica dei neonati Caio e Mevio
I gemelli Caio e Mevio nascono in seguito ad una gravidanza medicalmente assistita all’età gestazionale di 33 settimane e 3 giorni, con taglio cesareo d’urgenza per rottura prematura delle membrane.
Nei gemelli sono presenti di fattori di rischio di ittero conosciuti, quali la prematurità e la carenza dell’enzima glucosio-6-fosfato-deidrogenasi, G6PD, (condizione nota come favismo).
Nonostante la presenza di tali fattori di rischio, i sanitari omettevano di monitorare in entrambi i neonati i livelli di bilirubina.
Tale comportamento negligente determinava in Caio e Mevio l’innalzamento dei valori della birilubina a livelli tossici per il loro cervello.
I sanitari, accortisi dell'accaduto, tentavano di correre ai ripari. Tuttavia, l'approccio terapeutico adottato, risultava, inadeguato oltre che tardivo.
Due giorni dopo il parto, entrambi i neonati venivano trasferiti d’urgenza presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale di un'altra struttura sanitaria per grave eccesso di birilubina, con necessità di trasfusione di sangue.
A circa nove mesi di vita, in conseguenza della sofferenza neurologica neonatale subita, i bambini presentavano alterazioni dello sviluppo neurologico e motorio e sordità bilaterale, con necessità di sedute riabilitative fisioterapiche tre volte alla settimana e controlli neurologici periodici.
Entrambi i gemelli, a causa dei danni neurologici causati da eccesso di birilubina, sono tuttora affetti da paralisi cerebrale infantile.
L'analisi della pratica da parte del nostro Studio Legale e la richiesta di risarcimento
L'avvocato Stefano Gallo dello Studio GRDLEX, veniva incaricato dai genitori dei bambini danneggiati di fornire un inquadramento giuridico del caso al fine di comprendere se fossero presenti i presupposti per l'ottenimento del risarcimento.
La documentazione clinica relativa alla gravidanza, al parto ed ai ricoveri neonatali dei bambini, veniva fatta analizzare, con spese a carico dello Studio Legale, da un ginecologo, da un neonatologo e da un medico legale fiduciari dello Studio medesimo, i quali evidenziavano, attraverso una dettagliata relazione medico legale, la presenza dei presupposti al risarcimento, e cioè:
- errori medici, in termini sia di omissioni (negligenza) che di errori nell'esecuzione della terapia (imperizia)
- un collegamento evidente tra i detti errori medici ed il danno cerebrale subito dai neonati (nesso causale)
I genitori dei bambini, appreso il parere favorevole all'azione legale, conferivano all'avvocato Stefano Gallo formale incarico ad assisterli nella procedura di risarcimento.
La trattativa stragiudiziale e la definizione della controversia con il versamento del risarcimento
Ottenuto l'incarico dai clienti e la relazione medico legale da parte dei propri consulenti medici, il nostro Studio redigeva una formale lettera di diffida e messa in mora, che veniva inviata alla struttura sanitaria ritenuta responsabile.
La struttura sanitaria rispondeva alla lettera di diffida indicando di aver provveduto a far intervenire la propria compagnia assicuratrice.
Lo Studio veniva quindi contattato dalla detta compagnia che chiedeva autorizzazione ad analizzare tutta la documentazione sanitaria riguardante i bambini, compresa quella precedente e successiva al loro ricovero presso la struttura sanitaria ritenuta responsabile.
Trasmessa alla compagnia la detta documentazione, unitamente alla relazione medico legale dei nostri consulenti, veniva instaurata una lunga trattativa, all'esito della quale si giungeva alla predisposizione di un accordo che prevedeva il versamento di complessivi 2.700.000,00 in favore dei bambini e dei loro genitori.
A tal punto, i legali dei genitori di Caio e Mevio ottenevano dal Giudice Tutelare competente, previo incarico da parte dei clienti, l'autorizzazione a concludere l'accordo ed far versare sul conto corrente intestato ai minori la somma loro spettante.
Accettato l'importo suddetto da parte dei genitori, i legali dello studio inviavano alla compagnia assicuratrice l'autorizzazione del giudice unitamente all'originale dell'accordo.
Veniva quindi versato in favore dei bambini e dei loro genitori in un risarcimento del danno di 2.700.000,00 euro.
Consulenza gratuita per risarcimento
Se la vicenda del tuo bambino è simile a quella descritta sopra, c'è la possibilità che la struttura sanitaria debba risarcire tutti i conseguenti danni causati al bambino ed alla tua famiglia.
Lo Studio Legale GRDLEX, con un esperienza decennale in casi di danni da parto, ha fatto ottenere risarcimenti di milioni di euro a famiglie di bambini disabili.
Gli avvocati dello studio potranno farti capire il kernittero subito dal tuo bambino potesse essere evitato e se sia possibile ottenere il risarcimento.
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