I principali errori medici commessi nella terapia intensiva neonatale

Alcuni bambini devono trascorrere i primi giorni, settimane o mesi della loro vita ricoverati in terapia intensiva neonatale richiedendo un monitoraggio continuo, attento e preciso poiché anche un piccolo errore può avere gravi conseguenze, danni cerebrali permanenti inclusi.

Le cause più frequenti del ricovero in terapia intensiva neonatale includono prematurità, problemi respiratori, infezioni o asfissia alla nascita, cioè mancanza di ossigeno al cervello durante o poco dopo il parto.

Se gestite in modo improprio, tutte queste condizioni possono portare a condizioni gravi e permanenti come encefalopatia ipossico-ischemica, paralisi cerebrale infantile, convulsioni, leucomalacia periventricolare e ritardo nello sviluppo.

Errori in rianimazione neonatale

A volte il bambino appena nato non riesce a respirare in modo autonomo, condizione spesso associata a un battito cardiaco assente o irregolare. Qualsiasi ritardo nella rianimazione può causare ipossia cerebrale, così come il mancato inserimento (o l’inserimento non corretto) del tubo di respirazione nelle vie aeree superiori (come in caso di secrezioni dense o di respirazione assente).

L'intubazione di un neonato richiede molta abilità; nel caso in cui gli operatori sanitari inseriscano erroneamente il tubo nell’esofago l’aria non potrà raggiungere i polmoni, mentre nel caso in cui il tubo fosse inserito in un solo lato delle vie aeree superiori, solamente un polmone riceverà una quantità adeguata di aria.

Oltre all'intubazione, i rianimatori devono somministrare farmaci idonei per garantire una corretta funzionalità cardiaca e un adeguato flusso sanguigno nel bambino; nel caso in cui il neonato fosse prematuro, deve essere somministrato anche un tensioattivo per prevenire l'insufficienza respiratoria.

Tutte queste manovre di rianimazione devono avvenire immediatamente dopo la nascita: rientra nello standard di cura di ogni ospedale avere a disposizione rianimatori esperti immediatamente disponibili in caso di necessità durante o subito dopo il parto.

L’assenza di rianimatori o l'incapacità di eseguire rapidamente manovre di emergenza (come l’intubazione, le compressioni toraciche e la defibrillazione del cuore) possono causare danni permanenti al cervello del bambino, encefalopatia ipossico-ischemica e paralisi cerebrale incluse.

Errori nell’assistenza respiratoria

Quando un bambino viene attaccato a un respiratore, i medici deve prestare molta attenzione alle impostazioni del ventilatore per assicurarsi che il bambino riceva abbastanza ossigeno e si liberi della giusta quantità di anidride carbonica.

A volte i respiri forniti al bambino sono troppo veloci e ravvicinati, il che determina ipocapnia, condizione causata da una eliminazione eccessiva di anidride carbonica che determina costrizione dei vasi sanguigni cerebrali e diminuzione del flusso di sangue nel cervello.

L’ipocapnia può causare anche leucomalacia periventricolare (solitamente osservata nei neonati prematuri), la leucomalacia periventricolare cistica e la paralisi cerebrale infantile.

A volte il respiratore può causare uno pneumotorace, lesione dei polmoni molto pericolosa per la vita del bambino perché può determinare l’entrata di aria nella pleura che circonda i polmoni determinando restringimento dei polmoni e dei vasi sanguigni con conseguente ipossia.

Lo pneumotorace richiede il posizionamento tempestivo di un tubo toracico; se ciò non avviene il bambino può subire encefalopatia ipossico-ischemica, convulsioni e paralisi cerebrale.

Oltre all'ipocapnia e allo pneumotorace gli operatori sanitari devono assicurarsi che il bambino riceva abbastanza ossigeno e non vada in apnea, evento in cui il bambino non respira per 20 secondi o più.

Questi episodi sono molto comuni nei neonati prematuri e nei bambini con lesioni cerebrali e possono causare encefalopatia ipossico-ischemica nel neonato, leucomalacia periventricolare e leucomalacia periventricolare cistica.

Cattiva gestione delle emorragie cerebrali

Le emorragie cerebrali, note anche come emorragie intracraniche, possono causare gravi danni cerebrali; è per questo che la diagnosi precoce e il corretto trattamento sono essenziali per prevenire disabilità permanenti.

Le emorragie cerebrali sono particolarmente frequenti nei neonati nati con dispositivi di ausilio al parto, come forcipe o ventose. Il trattamento per questa condizione comprende trasfusioni e altre terapie utili per aumentare il volume del sangue e la pressione sanguigna. In caso di ematomi subdurali significativi, inoltre, può essere necessario un intervento chirurgico.

In caso di convulsioni è necessario somministrare tempestivamente farmaci antiepilettici perché convulsioni non trattate possono causare ulteriori danni cerebrali e aumentare le probabilità che un bambino sviluppi disabilità permanenti.

Infezioni non trattate o trattate in modo improprio

Alcuni bambini sono ricoverati in terapia intensiva neonatale poiché hanno contratto gravi infezioni come la corioamnionite, la villite, sepsi, meningite, encefalite da virus herpes simplex e infezioni batteriche da Streptococco di gruppo B ed E.coli.

In caso di madre infetta, è importante prevenire che l’infezione sia trasmessa al figlio, ma quando ciò accade è compito del personale dell’unità di terapia intensiva diagnosticarla e trattarla tempestivamente. Infezioni neonatali non trattate o trattate in modo improprio, infatti, possono causare gravi infiammazioni, una diminuzione del flusso di sangue ossigenato al cervello, danni cerebrali e disabilità permanenti come la paralisi cerebrale.

Encefalopatia ipossico-ischemica non diagnosticata e mancata somministrazione dell’ipotermia

L'encefalopatia ipossico-ischemica è la causa più comune di encefalopatia neonatale. Il trattamento consiste nella somministrazione entro 6 ore dalla lesione dell'ipotermia terapeutica, terapia che comporta il raffreddamento del cervello di pochi gradi al di sotto del normale per 72 ore.

Questo trattamento può arrestare e rallentare i danni che il cervello subisce quando privato dell’ossigeno. L’ipotermia in seguito a encefalopatia ipossico-ischemica, inoltre, può aiutare a prevenire la paralisi cerebrale o a ridurne gli effetti.

Non saper diagnosticare tempestivamente l’encefalopatia ipossico ischemica o non somministrate l’ipotermia costituiscono negligenza medica.

Mancato trattamento delle crisi epilettiche neonatali

L'encefalopatia ipossico-ischemica è la causa più frequente di convulsioni nel neonato che si verificano quando il cervello del bambino è lesionato generando scariche elettriche continue. Un bambino con un attacco epilettico può muoversi con scatti involontari che possono durare diversi secondi o pochi minuti mentre in alcuni casi può non manifestare esteriormente l’attacco.

Pertanto, i bambini con encefalopatia ipossico-ischemica devono essere sottoposti a elettroencefalografia per diagnosticare eventuali convulsioni che possono causare danni cerebrali permanenti (come lesioni e paralisi cerebrali infantili) e che quindi devono essere tempestivamente riconosciute e trattate.

Mancata diagnosi e trattamento dell'ipoglicemia neonatale

L'ipoglicemia neonatale è una condizione che si verifica quando lo zucchero nel sangue (il glucosio) del bambino scende a livelli pericolosamente bassi nei primi giorni dopo la nascita.

Dato che i bambini necessitano di glucosio per una corretta funzione cerebrale, l’ipoglicemia neonatale è una delle principali cause di danno cerebrale neonatale. Generalmente l'ipoglicemia non è difficile da diagnosticare in un neonato e di solito è trattata molto facilmente; in caso contrario il bambino può subire gravi conseguenze perché il glucosio è essenziale per la produzione dell'energia in tutti gli organi, in particolare nel cervello.

Quando le cellule cerebrali non ricevano un apporto sufficiente di glucosio muoiono con conseguenti lesioni e paralisi cerebrale e convulsioni. La mancata diagnosi dell’ipoglicemia neonatale costituisce negligenza medica.

Mancato trattamento dell’Ittero

L'ittero è una condizione che determina l'ingiallimento della pelle e degli occhi del bambino causato da un eccessivo livello di bilirubina nel sangue, un prodotto della degradazione dei globuli rossi.

Tale condizione è molto frequente nei neonati poiché, subito dopo la nascita, c’è una rapida distruzione dei globuli rossi. In alcuni bambini, però, i globuli rossi si degradano troppo velocemente determinando un accumulo di bilirubina nel sangue che può entrare nel tessuto cerebrale intossicandolo e lesionandolo permanentemente con una condizione chiamata kernittero che può causare paralisi cerebrale infantile e sordità..

Alti livelli di bilirubina sono facili da diagnosticare e trattare; nei casi più semplici è sufficiente la fototerapia, trattamento che consiste nell’esporre il bambino a lampade in grado di ridurre i livelli di bilirubina o ricoprirli con una coperta in fibra ottica.

Nei casi più gravi, invece, il bambino potrebbe aver bisogno di una trasfusione di sangue che deve essere somministrata tempestivamente ai bambini con alti livelli di bilirubina per evitare il kernittero.

A volte è necessario intervenire anche per trattare eventuali condizioni sottostanti l’ittero, come le infezioni. Il mancato trattamento tempestivo dell'ittero e degli alti livelli di bilirubina in un neonato è negligenza.

Altri errori commessi in terapia intensiva neonatale

Altri tipi di errori che possono essere commessi in terapia intensiva neonatale e che possono causare danni permanenti al cervello in un bambino includono errori terapeutici ed errori nella gestione di tubi, flebo e linee centrali. I tubi di alimentazione a volte vengono inseriti per errore nel polmone del bambino, con conseguenze disastrose e anche le flebo e le linee centrali possono essere mal posizionate o mal gestite con conseguenze molto gravi come l'ictus e lesioni cerebrali.

Nelle unità di terapia intensiva neonatali possono essere commessi anche errori operativi, che comportano anche l'errata identificazione dei neonati ricoverati che vengono sottoposti a procedure non prescritte o alla somministrazione di farmaci o trattamenti non necessari o dannosi.

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