La paralisi cerebrale infantile è un disturbo neurologico che colpisce movimento, tono muscolare e coordinazione, spesso causato da danni cerebrali durante la gravidanza, il parto o la prima infanzia. È la disabilità motoria più comune nei bambini negli Stati Uniti. Anche se non sempre prevenibile, alcune forme legate a traumi alla nascita o errori medici possono essere evitate. I sintomi variano da difficoltà motorie e cognitive a conseguenze emotive come ansia o depressione. Le famiglie possono ridurre i rischi con cure prenatali adeguate, vaccinazioni e monitoraggio postnatale. Quando la paralisi cerebrale è dovuta a negligenza medica, è possibile chiedere un risarcimento. In questi casi, è consigliabile rivolgersi a un avvocato esperto in malasanità.
La misura della circonferenza cranica di un neonato è un indicatore fondamentale della sua salute neurologica. Studi recenti suggeriscono che non solo una testa troppo piccola (microcefalia), ma anche una troppo grande (macrocefalia) può essere associata a danni cerebrali, in particolare alla sostanza bianca. Un'analisi su oltre 4.700 neonati ha dimostrato che una circonferenza cranica inferiore al 10° percentile o superiore al 90° aumenta di 10 volte il rischio di lesioni cerebrali, anche in assenza di sintomi clinici. L’impiego dell’indice morfometrico può aiutare i medici a identificare precocemente i neonati a rischio. La diagnosi e l’intervento tempestivi migliorano la prognosi. I ricercatori raccomandano il monitoraggio anche durante la gravidanza per ridurre i rischi legati al parto.
La paralisi cerebrale spastica compromette movimento e coordinazione, rendendo difficile camminare per molti bambini. La chirurgia ortopedica funzionale, un intervento innovativo che combina più procedure in un'unica operazione, migliora la mobilità riducendo la rigidità muscolare e facilitando il cammino. Questo approccio personalizzato è efficace sia nei bambini che negli adolescenti e riduce il numero di interventi necessari. La chirurgia richiede fisioterapia post-operatoria per ottimizzare i risultati. Può rappresentare un’importante opportunità per aumentare l’indipendenza e la qualità della vita.
La paralisi cerebrale infantile e la distrofia muscolare sono entrambe condizioni che compromettono il movimento, ma hanno origini e progressioni differenti. La paralisi cerebrale infantile deriva da danni cerebrali avvenuti durante la nascita ed è una condizione non progressiva, mentre la distrofia muscolare è una malattia genetica caratterizzata da una degenerazione muscolare progressiva. I sintomi della paralisi cerebrale infantile includono difficoltà motorie, riflessi anomali e, in alcuni casi, problemi cognitivi. Al contrario, la distrofia muscolare si manifesta principalmente con debolezza muscolare progressiva e difficoltà nei movimenti. Inoltre, mentre i sintomi della paralisi cerebrale infantile possono essere trattati e mitigati con terapie mirate, quelli associati alla distrofia muscolare tendono a peggiorare nel tempo. Sebbene non esista una cura definitiva per nessuna delle due condizioni, i trattamenti si concentrano sulla gestione dei sintomi per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Per paralisi cerebrale infantile (congenita o acquisita in seguito a lesione ipossico-ischemica) si intende un gruppo di disturbi che compromettono la capacità di movimento del paziente influenzandone la funzione motoria fine e grossolana, l'equilibrio, la postura e la coordinazione, con sintomi estremamente variabili da persona a persona.