Le donne affette da anemia falciforme (quelle che sono portatrici del gene che causa la malattia dell'anemia falciforme) possono spesso avere gravidanze sicure e sane. Possono, tuttavia, andare in contro ad alcuni rischi che è importante conoscere.
Se i medici non riescono a considerare questi rischi o ne gestiscono in modo improprio le complicanze, possono verificarsi conseguenze dannose sia per la mamma che per il bambino. Quest'ultimo in particolare potrebbe subire lesioni alla nascita.
A causa dei notevoli miglioramenti nell'assistenza sanitaria neonatale, i bambini nati prematuramente o con lesioni alla nascita hanno maggiori probabilità di sopravvivere rispetto a qualche decennio fa.
I ricercatori hanno cominciato a chiedersi come sia cambiata nel tempo l'incidenza delle disabilità derivanti da complicazioni legate alla nascita e se ciò sia stato influenzato dall'aumento dei tassi di sopravvivenza nei neonati con fattori di rischio di danno da parto
Negli anni '70, alle donne affette da lupus veniva spesso sconsigliato di rimanere incinte a causa di complicazioni associate che possono rendere la gravidanza pericolosa sia per la gestante che per il feto.
Oggi, i medici riconoscono che un'adeguata supervisione medica ed un'attenta tempistica consentono alle maggior parte delle donne affette da lupus di portare avanti la gravidanza con esito favorevole (1).
Tuttavia, è importante notare che le gravidanze che coinvolgono il lupus dovrebbero essere classificate come ad alto rischio ed i medici che assistono la gestante dovrebbero fornire un ampio monitoraggio e assistenza prenatale al fine di garantire la salute della madre ed evitare che il bambino possa subire lesioni alla nascita.
L'encefalopatia ipossico-ischemica è una lesione cerebrale causata dalla diminuzione o totale interruzione dell’apporto di ossigeno o di sangue nell’encefalo del bambino durante o in prossimità del parto. Il termine "encefalopatia ipossico-ischemica" significa letteralmente danno all'encefalo – cioè al contenuto della scatola cranica, comprendente il cervello – causato da una diminuzione dell'ossigeno in uno o più tessuti del corpo del feto, compreso il sangue, o da una riduzione o interruzione del flusso sanguigno del feto. L'encefalopatia ipossico ischemica può determinare gravi danni permanenti quali la paralisi cerebrale infantile, anche nella sua forma più grave della tetraparesi spastica.
Uno dei principali fattori di rischio di paralisi cerebrale infantile è il danno alla sostanza bianca del cervello. Nei neonati pretermine, il danno alla sostanza bianca spesso deriva da asfissia (privazione di ossigeno), ma nei neonati a termine la causa del danno può essere talvolta difficile da determinare. Tuttavia, una nuova ricerca di Arne Jensen e Bert Holmer, pubblicata su Obstetrics and Gynecology International, fornisce prove che il danno alla sostanza bianca è spesso il risultato della sproporzione cefalopelvica (CPD) e del travaglio prolungato.
In alcuni neonati possono può verificarsi apnea, che è il termine medico utilizzato per indicare una pausa insolitamente lunga nella respirazione. Tale condizione può portare alla bradicardia (diminuzione della frequenza cardiaca). I professionisti medici spesso si riferiscono ad apnea e bradicardia combinate come "As e Bs".
L'asfissia alla nascita si verifica quando il feto non riceve abbastanza ossigeno nel periodo intorno al parto. Ciò può essere dovuto a molti fattori, tra cui la compressione o prolasso del cordone ombelicale, le contrazioni eccessive o condotte mediche censurabili (come l'incapacità dei sanitari di gestire adeguatamente la sofferenza fetale).