Lesioni durante il parto: ritardo nella diagnosi e conseguenze nel neonato

Sia durante il travaglio che al momento del parto possono presentarsi complicazioni che causano lesioni alla nascita che devono essere diagnosticate e trattate prontamente. Generalmente i medici monitorano i possibili fattori di rischio per lesioni alla nascita in qualsiasi gravidanza, indipendentemente dall'età, dalle condizioni di salute e dalla storia clinica della madre.

In caso di una madre più in là con l’età o con una storia clinica di patologie genetiche, poi, è necessario sottoporre la donna e il feto a test genetici accurati. La diagnosi precoce, i test, l’analisi dei risultati e il trattamento sono le migliori difese contro ulteriori complicazioni da lesioni alla nascita. Non diagnosticare o trattare precocemente lesioni alla nascita può avere gravi conseguenze, anche letali, e rappresentare negligenza medica.

Diagnosi tardiva di una lesione da parto

Dare alla luce un bambino è sempre un evento miracoloso. Quando tutto procede per il meglio, è la produzione di ormoni e le successive contrazioni del corpo della donna che spingono il feto dall’utero verso il mondo esterno. Sfortunatamente, però, non sempre tutto procede nel verso giusto: un bambino può essere troppo grande per il bacino della madre o il travaglio può andare avanti troppo a lungo mettendo a rischio un parto in sicurezza per il bambino.

Altre complicazioni possono presentarsi prima dell'inizio del travaglio, motivo per cui è molto importante che i medici diagnostichino, trattino o si preparino per eventuali emergenze prima che la madre o il bambino subiscano un infortunio alla nascita o altre gravi conseguenze.

Lesioni alla nascita non diagnosticate o non trattate precocemente, infatti, possono causare danni permanenti nel bambino, sia fisici che mentali, o addirittura la morte.

Importanza della diagnosi precoce nei danni da parto

I ginecologi e gli ostetrici sanno che devono monitorare attentamente i possibili fattori di rischio di danni da parto in qualsiasi gravidanza, indipendentemente dall'età, dalle condizioni di salute e dalla storia clinica della madre.

Il pericolo è che vengano trascurati eventuali sintomi che possono essere utili per iniziare un trattamento precoce per una determinata patologia. Il ritardo nella diagnosi è uno dei principali fattori che contribuisce al peggioramento della prognosi nei bambini con lesioni alla nascita; l’assenza di trattamenti precoci, poi, può determinare condizioni ancora più gravi.

Alcune situazioni di emergenza, come la sofferenza fetale, possono persino causare la morte se non diagnosticate e non trattate. Anche madri sane possono dare alla luce bambini con patologie congenite e se un medico non riesce a rilevarne i sintomi in tempo e non prescrive test diagnostici appropriati le conseguenze possono essere gravi.

Ogni genitore dovrebbe essere messo a conoscenza in anticipo di eventuali problematiche per prepararsi a gestire la vita di un bambino con bisogni speciali.

Lesioni alla nascita comuni che devono essere diagnosticate precocemente

Una complicazione molto nota che porta lesioni alla nascita è l’ipossia del feto, che può essere causata da diverse condizioni come il prolasso del cordone ombelicale, la posizione fetale, la distocia della spalla, la preeclampsia e vari difetti placentari.

La mancanza di ossigeno alla nascita può comportare danni cerebrali permanenti con ritardi nello sviluppo e deficit cognitivi.

Un feto in ipossia per dieci minuti o più può soffrire anche di encefalopatia ipossico-ischemica; i bambini con questa condizione nei casi più lievi mostrano difficoltà di apprendimento e problemi comportamentali a scuola, mentre nei casi più gravi hanno paralisi cerebrale e convulsioni.

Il trattamento di questa condizione consiste nell’ipotermia indotta subito dopo il parto per rallentare i processi cerebrali e consentire al cervello di recuperare il danno.

L’arma più efficace rimane sempre la prevenzione: un attento monitoraggio fetale consente ai medici di rilevare eventuale sofferenza permettendo così di gestire in tempo eventuali complicazioni nel travaglio o di trattare la preeclampsia, modificare la posizione del feto o programmare un parto cesareo.

Sebbene i medici e gli infermieri esaminino sempre il neonato dopo il parto per controllare la presenza di eventuali segni esteriori di traumi o altre lesioni, come la testa deforme, problemi respiratori o scolorimento della pelle, per monitorare eventuali lesioni interne sono necessari ulteriori esami.

Test specifici possono infatti individuare edema cerebrale da trauma cranico o problemi respiratori causati dall’aspirazione del meconio.

Alcune lesioni, poi, si manifestano solamente dopo la dimissione dall'ospedale: comportamenti anomali, lamenti eccessivi o letargia possono essere i sintomi di una lesione alla nascita. In caso di respiro affannoso e convulsioni, poi, è necessario contattare urgentemente un medico e controllare sempre nel tempo eventuali sintomi tardivi come il ritardo nel raggiungimento di tappe dello sviluppo significative.

Conseguenze del ritardo nella diagnosi delle lesioni alla nascita

Il medico che visita un bambino deve sempre chiedere ai genitori se hanno notato eventuali sintomi che possono indicare un problema di salute e deve poi eseguire appropriati test diagnostici.

Generalmente i primi esami valutano i riflessi, la frequenza cardiaca e il funzionamento muscolare del bambino. I medici possono poi prescrivere altri test, come l'elettroencefalogramma per rintracciare eventuali malfunzionamenti cerebrali: in caso di lesioni alla nascita, alcune aree del cervello possono risultare non reattive.

La paralisi cerebrale infantile, per esempio, è un disturbo cerebrale che può essere diagnosticato tramite elettroencefalogramma mentre la risonanza magnetica rileva difetti cerebrali e muscoloscheletrici dovuti a lesioni del plesso brachiale, paralisi cerebrale infantile, lesione dei legamenti e fratture ossee.

Allo stesso modo, un medico può diagnosticare paralisi cerebrale infantile e carenze intellettive mediante una tomografia assiale computerizzata (TAC) o una tomografia a emissione di positroni.

Se un bambino mostra sintomi riconducibili a deficit fisici, comportamentali o mentali e il medico non prescrivere questi esami diagnostici, può essere considerato negligente.

Prima del parto eventuali difetti alla nascita sono rilevabili grazie a test genetici che vengono eseguiti nel secondo trimestre di gravidanza. I medici che non propongono l’esecuzione di questi test alle loro pazienti, in particolare a quelle con una storia clinica di patologie genetiche o a madri in là con l’età, possono essere responsabili di danno da perdita di scelta.

Il medico è negligente anche se, pur manifestando la madre determinati sintomi durante la gravidanza, non prescrive opportuni test diagnostici per preservare la salute sia della donna che del feto.

Anche un travaglio prolungato, con conseguente stress nella madre e nel bambino e un parto cesareo ritardato possono causare gravi lesioni sia nella donna che nel neonato, così come una diagnosi errata o tardiva.

Pertanto, la diagnosi precoce, gli opportuni esami, l’analisi accurata dei risultati degli esami diagnostici e il trattamento sono le migliori difese contro ulteriori complicazioni da lesioni da parto.

Se un medico non prescrive in tempo test diagnostici appropriati, le lesioni alla nascita possono causare conseguenze ancora più gravi nel bambino, mettendone a rischio la salute e la vita stessa. Alcune lesioni, infatti, se non trattate, diventano difficili da trattare o incurabili.

Diagnosi ritardata di una lesione alla nascita: quando c’è colpa medica?

Errori medici possono causare involontariamente gravissime conseguenze. Gli anni di studio universitari, il tirocinio e le successive specializzazioni del personale sanitario dovrebbero garantire un elevato standard di competenze.

La vita dei pazienti dipende da queste loro capacità e, in caso di negligenza, le vittime hanno diritto a un risarcimento.

Se un bambino subisce una lesione alla nascita che il personale medico avrebbe potuto evitare, o se la diagnosi o il trattamento che avrebbero potuto contenere i danni sono stati tardivi, i genitori possono intentare una causa per responsabilità professionale medica nei confronti della struttura sanitaria dove i medici responsabili hanno operato.

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