Le cause della paralisi cerebrale infantile

Indice

Lesioni e malformazioni encefaliche

La causa della paralisi cerebrale infantile risiede in una lesione o malformazione encefalica verificatasi mentre l’encefalo è in fase di sviluppo (prima, durante o dopo la nascita). La paralisi cerebrale determina compromissioni riguardanti il controllo e la coordinazione muscolare, il tono muscolare, i riflessi, la postura e l’equilibrio, le abilità fino e grosso motorie e la funzionalità orale.

Ogni caso individuale di paralisi cerebrale ha caratteristiche peculiari che dipendono sia dal tipo di lesione encefalica che dal momento di verificazione della lesione medesima.

Il danno encefalico che causa la paralisi cerebrale è il risultato di:

  • Disturbo prenatale nella migrazione delle cellule encefaliche – Fattori genetici e ambientali disturbano la migrazione delle cellule encefaliche quando queste ultime si spostano verso la loro collocazione appropriata durante lo sviluppo dell’encefalo.
  • Scarsa mielinazione prenatale (insulinazione) delle fibre cellulari nervose – Il funzionamento dell’encefalo è impedito quando una scarsa mielinazione determina un inadeguato rivestimento protettivo delle cellule nervose.
  • Morte cellulare perinatale – Eventi durante il parto che ledono i vasi sanguigni e determinano una mancanza di ossigeno nell’encefalo.
  • Sinapsi inappropriata tra le cellule encefaliche durante il periodo post natale – Traumi, infezioni ed asfissia che danneggiano le connessioni cellulari sviluppatesi nell’encefalo.

I tre tipi di lesione encefalica da parto che causano paralisi cerebrale infantile

Il danno encefalico che causa compromissioni della funzione motoria può essere causato dai seguenti tre tipi di lesione encefalica singolarmente o in combinazione tra di loro:

Leucomalacia Periventricolare (Danno alla sostanza bianca dell’encefalo)

  • Cos’è la leucomalacia periventricolare?LPV
  • Quando si verifica la leucomalacia periventricolare?
  • Quali sono i fattori di rischio di leucomalacia periventricolare?
  • Quali sono i segni di leucomalacia periventricolare?
  • Come viene diagnosticata la leucomalacia periventricolare?
  • Come viene trattata leucomalacia periventricolare?
  • Come si può prevenire la leucomalacia periventricolare?

Encefalopatia Ipossico Ischemica  (Lesione encefalica da asfissia)

  • Cos’è l’encefalopatia ipossico ischemicaEncefalopatia-Ipossico-Ischemica
  • Quando si verifica l’encefalopatia ipossico ischemica?
  • Quali sono i fattori di rischio e le cause dell’encefalopatia ipossico ischemica?
  • Come viene diagnosticata encefalopatia ipossico ischemica?
  • Come viene trattata l’encefalopatia ipossico ischemica?
  • Come si può prevenire l’encefalopatia ipossico ischemica?

Emorragia Intracranica

  • Cos’è l’emorragia intracranica?Emorragia-Intraventricolare
  • Quali sono i quattro gradi dell’emorragia intracranica?
  • Quali sono i fattori di rischio di emorragia intracranica?
  • Quali sono i segni più comuni di emorragia intracranica?
  • Quali sono le cinque forme di emorragia intracranica?

Come può essere accaduto a mio figlio?

Quando i genitori vengono a conoscenza del fatto che il figlio è affetto da paralisi cerebrale infantile si chiedono immediatamente come ciò sia potuto accadere. Il primo passo da compiere è quello volto a determinare il tipo della lesione encefalica subita dal bambino. A tal fine verranno utilizzati i dati ottenuti attraverso TAC o risonanza magnetica. Le immagini, tuttavia, potranno mostrare il tipo di lesione ma non far luce sul perché si sia verificata la lesione medesima. Il passo successivo, dunque, è quello di raccogliere informazioni relative alla causa della lesione encefalica.

Ottenuti i risultati degli esami relativi al tipo di lesione, i genitori dovranno far analizzare tali tali esami e la documentazione medica relativa alla gravidanza, al parto ed al periodo neonatale da un medico specialista e da un medico legale.

Risalire alla reale causa della lesione può essere utile sotto diversi punti di vista: può dare una maggiore tranquillità ai genitori, aiutare il personale medico a meglio trattare e prevenire la condizione.

Conoscere la causa potrebbe anche indicare che il tuo bambino ha diritto ad un risarcimento per tutti i danni subiti in conseguenza della condizione della quale è affetto.


Quando si verifica la lesione encefalica?

Con lo sviluppo della diagnostica per immagini nel campo neurologico, i ricercatori sono stati in grado di studiare le lesioni e le malformazioni encefaliche al fine di comprendere in quale misura mutazioni e soppressioni genetiche, fattori di rischio e stato di salute dei genitori interagiscano quali fattori causali di anomalie dello sviluppo encefalico. La ricerca ha consentito agli scienziati di identificare fattori di rischio, misure di prevenzione e speciali tecniche chirurgiche per la paralisi cerebrale.

Molte organizzazioni sono impegnate al fine di ridurre la diffusione della paralisi cerebrale infantile; comprendere quando, come e perché la lesione encefalica si verifica durante i vari stadi dello sviluppo è fondamentale per realizzare questo obiettivo.

Secondo la United Cerebral Palsy Research and Educational Foundation, il 70% delle lesioni encefaliche che causa la paralisi cerebrale si verifica precedentemente al parto, prevalentemente nel secondo e terzo trimestre della gravidanza. Il 20% delle lesioni si verifica durante il parto ed il 10% durante i primi due anni di vita del bambino, mentre encefalo è ancora in piedi sviluppo.

Tuttavia, il Prof. Joseph Volpe, uno dei maggiori esperti in neurologia neonatale, nel suo volume “Neurology of the Newborn” afferma che “Se si considerano i sei studi su larga scala condotti su neonati negli ultimi 3 decenni, i dati rivelano in modo consistente che una quota tra il 17% e il 24% dei casi di paralisi cerebrale infantile sono dovuti all’ipossia durante il parto“.

Inoltre, studi radiologici recenti giungono alla conclusione che le lesioni cerebrali di natura asfittica siano ascrivibili al travaglio di parto nel 70-80% dei casi (Cowan F, Rutherford M, Groenendaal F, et al. Origin and timing of brain lesions in term infants with neonatal encephalopathy. Lancet 2003; 361:736-42.).

Classificazione delle cause in relazione al momento di verificazione del danno

Cause prenatali di Paralisi Cerebrale

Quando la paralisi cerebrale infantile si verifica durante la gestazione, la causa effettiva è difficile da determinare. Tuttavia, sono state identificate una serie di cause prenatali di paralisi cerebrale:

  • Infezione dell’utero
  • Anomalie del processo stiloideo e/o deficienza di iodio della madre
  • Esposizione a metilmercurio durante la gravidanza
  • Episodi convulsivi, come epilessia, della madre
  • Gestazione multipla (gravidanza gemellare, trigemellare, ecc.)

Come accade riguardo ad ogni fattore di rischio, il fatto che una delle precedenti situazioni si verifichi non significa necessariamente che il bambino svilupperà la paralisi cerebrale infantile; tuttavia, la ricerca ha verificato che i fattori sopraelencati sono associati con maggiore frequenza ai soggetti affetti da paralisi cerebrale rispetto ai soggetti non affetti dalla condizione.


Cause perinatali di Paralisi Cerebrale

La complicazione perinatale più diffusa è rappresentata dall’asfissia neonatale. La ricerca scientifica ha individuato alcuni fattori di rischio associati alla paralisi cerebrale infantile acquisita durante il periodo perinatale. Il neonato patorito non oltre la 32ª settimana di gestazione e/o con peso corporeo inferiore a 2,5 Kg ha un rischio maggiore rispetto al neonato partorito ad un’età gestazionale superiore e/o di peso superiore. Un altro fattore di rischio è costituito dal ritardo della crescita intrauterina, ovvero dal mancato raggiungimento da parte del neonato della grandezza appropriata ad una determinata età gestazionale. Inoltre, il rischio che il neonato sviluppi paralisi cerebrale è aumentato da alcune complicazioni quali emorragie cerebrali e traumi.

La paralisi cerebrale infantile può essere causata da lesioni provocate da errori commessi dall’ostetrica o dal ginecologo durante il travaglio o durante il parto. Tali errori includono:

  • errori di diagnosticare un nel trattare le convulsioni del bambino subito dopo il parto
  • mancata diagnosi di cordone ombelicale avvolto intorno al collo
  • uso improprio della ventosa ostetrica o del forcipe
  • ritardo nell’eseguire un’parto cesareo d’urgenza
  • scelta del parto vaginale in una situazione in cui sarebbe stato necessario il parto cesareo
  • sofferenza fetale non diagnosticata
  • errori nella diagnosi o nel trattamento di ittero o meningite

Gli errori sopra elencati potrebbero essere stati commessi se si siano verificate le seguenti situazioni:

  • Uso della ventosa ostetrica o del forcipe
  • parto cesareo
  • rianimazione del neonato
  • esecuzione di esami diagnostici dopo il parto come la risonanza magnetica dell’encefalo
  • episodi convulsivi immediatamente dopo il parto
  • utilizzo della mascherina per l’ossigeno al fine di facilitare la respirazione del bambino
  • indice Apgar di valore basso
  • ittero
  • sofferenza fetale
  • trauma cranico

Cause postnatali di Paralisi Cerebrale

Come detto, la paralisi cerebrale può essere acquisita in ogni momento sino al secondo anno di età. La paralisi cerebrale infantile, nel 10-20% dei casi, è acquisita durante il periodo post-natale (periodo successivo al parto). Le cause post-natali di paralisi cerebrale infantile includono:

  • meningite batterica
  • encefalite virale
  • iperbirilubinemia (valori della bilirubina troppo elevati; Kernittero)
  • problemi riguardanti lo sviluppo del cuore e dei polmoni
  • traumi cranici

è importante ribadire che il verificarsi di uno dei precedenti fattori non necessariamente determina la paralisi cerebrale. Tuttavia, i detti sintomi si verificano con maggiore frequenza nel bambino che abbia acquisito la paralisi cerebrale nel periodo post-natale.

Encefalopatia Ipossico Ischemica

L’encefalopatia ipossico ischemica è una lesione dell’encefalo (parte del sistema nervoso centrale contenuta nella scatola cranica) causata da asfissia, cioè da una mancanza di ossigeno per un periodo prolungato. Il corpo del neonato può compensare la mancanza di ossigeno per brevi periodi. Di conseguenza, se l’asfissia si protrae per troppo tempo i tessuti dell’encefalo del neonato subiscono lesioni. L’encefalopatia ipossico ischemica dovuta ad asfissia è la principale causa di morte o di gravi compromissioni del bambino. Tali compromissioni includono attacchi epilettici, ritardo dello sviluppo, compromissione della funzione motoria, ritardo dello sviluppo neurologico, compromissione della funzione cognitiva. Normalmente, la gravità della compromissione non può essere stabilita sino a quando il bambino non abbia tre o quattro anni di età.

Collegamento tra asfissia (encefalopatia ipossico eschemica) e paralisi cerebrale infantile

Negli ultimi anni, la comunità medica ha tentato di minimizzare l’encefalopatia ipossico ischemica come causa della paralisi cerebrale, promuovendo, invece, cause prenatali (non dovute alla nascita). Questa posizione non deve sorprendere, dal momento che l’asfissia durante il parto può in genere essere evitata. Uno dei principali esperti in materia è Joseph Volpe. Nel suo testo “Neurology of the newborn”(neurologia del neonato), Volpe fornisce solide argomentazioni scientifiche in ordine al perché esista una connessione tra l’asfissia durante il parto, (encefalopatia ipossico ischemica) e paralisi cerebrale. Volpe conclude che “Se si considerano i sei studi a larga scala condotti su neonati negli ultimi 3 decenni, i dati rivelano in modo consistente che fra il 17% e il 24% dei casi di paralisi cerebrale sono dovuti all’ipossia durante il parto.

I ‘National Institutes of Health’ statunutensi confermano questa connessione classificando l’asfissia durante il parto come uno dei 4 tipi di lesioni cerebrali che causano paralisi cerebrale. Fra le altre sono incluse: lesioni alla materia bianca del cervello (leucomalacia periventricolare), lo sviluppo anomalo del cervello (disgenesia cerebrale) e emorragia inter-craniale).

Quando si verifica l'encefalopatia ipossico ischemica?

L’encefalopatia ipossico ischemica, sebbene possa verificarsi anche nei prematuri, è maggiormente diffusa nei neonati a termine. Se l’asfissia si verifica prima della 35ª settimana gestazionale, è probabile che essa determini leucomalacia periventricolare (lesioni della sostanza bianca bianca del cervello in prossimità dei ventricoli). In caso si verifichi alla 40ª settimana, l’asfissia, a seconda della sua gravità, determina lesioni in aree diverse dell’encefalo: l’ ipossia moderata interesserà la materia bianca para sagittale, mentre l’ipossia grave interesserà il putamen, il talamo e la materia bianca para centrale.

Fattori di rischio encefalopatia ipossico ischemica

A volte lo stress del travaglio e del parto possono causare una interruzione temporanea del flusso di sangue o dell’ossigeno al bambino. Questo fenomeno non è inusuale e in genere si corregge da solo. Tuttavia, se persiste per un periodo prolungato o la fornitura di ossigeno viene completamente arrestata, si può verificare l’encefalopatia ipossico ischemica con conseguenti lesioni gravi al cervello e paralisi cerebrale.

Gli eventi che possono determinare asfissia durante il parto e conseguente encefalopatia ipoossico ischemica includono:

  • ipertensione materna acuta

  • sangue scarsamente ossigenato a causa del malfunzionamento dei polmoni

  • complicazioni cardiache

  • lesioni causate da sproporzione cefalo pelvica (bacino troppo stretto rispetto alle dimensioni della testa del bambino)

  • Lesioni al cordone ombelicale (ad esempio il cordone ombelicale avvolto intorno al collo, il prolasso del cordone ombelicale o la compressione del cordone ombelicale)

  • Contrazioni uterine eccessive e frequenti

  • Frequenza cardiaca anomala fra una contrazione e l’altra

  • Ritardo nel parto

  • compromissione del flusso sanguigno nell’encefalo durante il parto

  • blocco respiratorio

  • emorragia durante il parto

  • Rottura della placenta

  • Placenta previa

  • pressione sul cranio tali da modificarne la forma e causare emorragie o riduzione del flusso sanguigno

  • rottura dei vasa previa

  • prolungamento del travaglio

  • traumi

  • rottura dell’utero

Anche l’ictus fetale aumentare le probabilità che si verifichi l’encefalopatia tossica ischemica. I fattori che possono causare ictus fetale includono:

  • embolia

  • flusso sanguigno della placenta bloccato

  • vasi sanguigni malformati deboli suscettibili di rottura

  • pressione materna alta o bassa

  • infezioni materne

Sintomi encefalopatia ipossico ischemica

Alcuni sintomi associati all’asfissia neonatale includono:

  • Risultati anomali del prelievo di sangue dall’arteria ombelicale

  • Punteggio Agpar di 0-3 (o maggiore) per più di 5 minuti

  • Convulsioni, coma, flaccidità muscolare

  • Il coinvolgimento di più organi (reni, fegato, cuore, intestino)

Come viene diagnosticata l'encefalopatia ipossico ischemica?

In caso si sospetti il verificarsi di encefalopatia ipossico ischemica, la diagnosi può essere effettuata attraverso esami per immagini quali ecografia transfontanellare, risonanza magnetica nucleare. In ordine a tale ultimo tipo di esame, in particolare, le nuove applicazioni della risonanza in diffusionee in spettroscopia sono ritenute essere molto efficaci se usate in determinate circostanze temporali.

Tali esami sono normalmente eseguiti quando si siano verificati fattori di rischio, quali asfissia ed ictus fatale, o quando i genitori o i medici abbiano notato segni particolari quali la compromissione della funzione motoria, ritardo di raggiungere tappe dello sviluppo o ritardo della crescita.

Alcuni segni di encefalopatia ipossico ischemica possono apparire subito dopo il parto. Disfunzioni degli organi, in particolare di cuore, polmoni, reni e fegato o convulsioni entro le prime ventiquattr’ore di vita indicano una possibile encefalopatia tossica ischemica..

Sono conosciuti tre livelli di encefalopatia ipossico ischemica: lieve, moderata e grave.

Qual'è il trattamento per l'encefalopatia ipossico ischemica?

Il trattamento per l’encefalopatia ipossico ischemica si basa essenzialmente nell’aiutare il bambino ad adattarsi ai sintomi determinati dalla lesione encefalica. Fisioterapia e terapia occupazionale sono comunemente utilizzate per trattare la paralisi cerebrale causata da encefalopatia ipossico ischemica. L’asfissia, normalmente, causa un danno permanente che spesso può continuare a progredire dopo la cessazione dell’evento ipossico. La prevenzione di ulteriori danni encefalici al bambino richiede che quest’ultimo sia monitorato al fine di:

  • mantenere normali livelli di glucosio nel sangue

  • mantenere una normale pressione sanguigna

  • prevenire o controllare le convulsioni

  • prevenire e minimizzare l’edema cerebrale

Altra terapia utilizzabile in caso di encefalopatia ipossico ischemica è l’ipotermia. Tale terapia, da un lato riduce le probabilità di morte del bambino affetto da encefalopatia, dall’altro riduce le possibilità che, in caso di sopravvivenza, il bambino riporti disturbi neurologici gravi. La terapia del freddo consiste nel mantenere la temperatura della testa del bambino a 32.5-34.5°C per circa 72 ore. L’abbassamento della temperatura, da un lato evita l’apoptosi (morte cellulare programmata), e consente, pertanto, la sopravvivenza del bambino, dall’altro riduce il metabolismo del bambino ed evita ulteriori lesioni ai neuroni (che potrebbero verificarsi se fossero ristabiliti un flusso di sangue e ossigenazione normali) e consente la graduale guarigione dei neuroni lesionati.

Come puoi sapere se il tuo bambino ha subito un'asfissia perinatale?

Analisi condotte tramite TAC, risonanza magnetica e tomografia a emissione positronica, analisi del sangue, elettroencefalogramma, ecografie e altri tipi di esami possono aiutare nella diagnosi di asfissia di nascita e le sue cause.

Leucomalacia periventricolare

La leucomalacia periventricolare è una lesione che interessa la materia bianca periventricolare dell’encefalo. Il danno verificatosi nella materia bianca può determinare la morte il decadimento delle cellule danneggiate con conseguente formazione nell’encefalo di aree vuote che si riempiono di fluido.

L’encefalo è costituito principalmente da materia bianca e da materia grigia. Quest’ultima è costituita dai neuroni (le cellule dalle quali inizia l’impulso nervoso). La materia bianca, invece, trasporta gli impulsi tra le cellule della materia grigia. La materia bianca periventricolare che circonda due cavità a forma di ferro di cavallo presenti nell’encefalo è principalmente responsabile della trasmissione degli impulsi nervosi che controllano la funzione motoria. Un danno in tale area può avere conseguenze quali la spasticità e la compromissione delle funzioni cognitive.

La melina è una componente importante della materia bianca. Essa ha la funzione di coprire e di isolare le connessioni tra neuroni al fine di facilitare la velocità di trasmissione degli impulsi nervosi. Un danno alla mielina impedisce la trasmissione nervosa, con possibile compromissione della funzione motoria.

Una percentuale dal 60 al 100% dei neonati con leucomalacia periventricolare e dal quattro al 26% per i nati prematuri ricoverati nei reparti di terapia intensiva neonatale, sviluppa successivamente paralisi cerebrale infantile. Si è, inoltre, dimostrato che il 75% dei nati prematuri deceduti poco dopo il parto sono affetti da leucomalacia periventricolare.

Gli esperti in materia ritengono che le infezioni intrauterine sono fattori causali di leucomalacia periventricolare. Durante le infezioni intrauterine, le membrane che circondano il feto vengono interessate dal rilascio di tossine. Tali tossine si riversano nel liquido amniotico e raggiungono il feto potendogli procurare lesioni in determinate aree dell’encefalo. Patrocinio possono anche causare la rottura prematura delle membrane spazio (rottura delle acque) ed il parto prematuro.

Quando si verifica la leucomalacia periventricolare?

La lesione può verificarsi in ogni momento.tuttavia la ricerca ha individuato degli stadi dello sviluppo fetale durante i quali il feto è particolarmente vulnerabile alla leucomalacia periventricolare.

Tale particolare vulnerabilità si verificherebbe tra la 26ª e la 34ª settimana di gestazione. Il parto prematuro è un importante fattore di rischio di leucomalacia periventricolare. La lesione è, infatti, maggiormente diffusa nei neonati partoriti prima della 32ª settimana e con un peso corporeo al di sotto di 1,5 kg.

Quali sono i fattori di rischio e le cause della leucomalacia periventricolare?

Gli esperti ritengono che la diminuzione del flusso sanguigno o il danno cellulare nel tessuto periventricolare siano cause di leucomalacia periventricolare. I nati prima della 32ª settimana di gestazione sottoposti a ventilazione meccanica hanno il più alto rischio di essere colpiti da leucomalacia periventricolare. Ipotensione, ipossemia, acidosi e tipografia in prematuri sottoposti a ventilazione possono causare leucomalacia periventricolare.

Anche altri eventi possono determinare un significativo aumento delle probabilità di sviluppare la leucomalacia periventricolare. Uno di tali fattori è l’infezione intrauterina, condizione che ha, in caso di parto prematuro, le più alte probabilità di verificarsi. Altri fattori di rischio associati alla leucomalacia periventricolare includono:

  • Anastomosi vascolare placentare
  • Gestazione gemellare
  • Emorragie vaginali durante la gravidanza ( emorragie antepartum)
  • Infiammazione delle membrane fetali dovute ad infezioni batteriche (corioamniotite)
  • infiammazione del tessuto connettivo del cordone ombelicale (funisite)
  • Elevatissima quantità di batteri nel flusso sanguigno (sepsi)
  • uso di cocaina da parte della mamma

Quali sono i segni della leucomalacia periventricolare?

Nel neonato, la leucomalacia periventricolare può essere difficile da diagnosticare in quanto i bambini molto piccoli, normalmente, non mostrano segni di compromissione. La compromissione della funzione cognitiva, compromissione dello sviluppo, disfunzioni della vista, compromissione dell’udito e problemi di coordinazione sono condizioni spesso associate alla leucomalacia periventricolare.

La diplegia di tipo spastico (muscoli ed arti molto tesi che non si riescono ad estendere facilmente) e la quadriplegia sono, rispettivamente, il tipo più comune ed il tipo più grave di paralisi cerebrale causate dalla leucomalacia periventricolare.

Come viene diagnosticata la leucomalacia periventricolare?

Leucomalacia periventricolare può essere identificata attraverso ecografia cranica e risonanza magnetica.

L’ecografia cranica è un esame che mediante l’utilizzo di ultrasuoni visualizza l’encefalo attraverso le fontanelle (aperture attraverso le ossa del cranio). In caso di leucomalacia periventricolare, l’ecografia mostra cisti o dare vuote presenti nel tessuto cerebrale.

Poiché l’ecografia effettuata precocemente potrebbe non essere in grado di individuare la leucomalacia ( potrebbero essere necessarie dalle quattro alle otto settimane affinché la condizione sia individuabile), la diagnosi sui neonati con fattori di rischio conosciuti viene normalmente effettuata circa 30 giorni dopo il parto.

La risonanza magnetica utilizza magnetismo e frequenze radio per produrre immagini dettagliate dell’encefalo. È in grado di mostrare le prime modifiche del tessuto encefalico causate dalla leucomalacia periventricolare.

Come viene trattata la leucomalacia periventricolare?

I bambini affetti da o a rischio di leucomalacia periventricolare, anche dopo le dimissioni dall’ospedale, hanno bisogno di speciali cure. L’ecografia cranica effettuato troppo precocemente può, come detto sopra non essere in grado di individuare la lesione. Il trattamento consiste normalmente nella gestione dei sintomi attraverso messaggi, fisioterapia, terapia del linguaggio e trattamenti per la disfunzione della funzione visiva.

Come può essere prevenuta la leucomalacia periventricolare?

Il rischio di leucomalacia periventricolare può essere innanzitutto diminuito attraverso la prevenzione del parto prematuro (uno dei fattori di rischio più importanti di PVL).

Anche il mantenimento di un flusso sanguigno adeguato all’interno dell’encefalo, attraverso il contrasto della bassa pressione sanguigna o di altre condizioni che compromettano il normale funzionamento dei vasi sanguigni, ha un’importante funzione preventiva.

Leucomalacia periventricolare può essere inoltre prevenuta attraverso la tempestiva diagnosi e cura dell’infezione intrauterina. L’infezione intrauterina è spesso difficile da diagnosticare, in particolare quando non presenta sintomi evidenti. Esami effettuati dal quinto al settimo mese di gravidanza potrebbero consentire la diagnosi e la cura dell’infezione e, conseguentemente, scongiurare molti casi di leucomalacia periventricolare.

Emorragia intracranica

l’Emorragia Intracranica può danneggiare aree dell’encefalo che interessano lo sviluppo della funzione motoria. Quando ciò accade, il tipo e la gravità della compromissione dipende dalla dell’encefalo in cui si è verificata la lesione e dalla gravità della lesione stessa. L’emorragia può essere arteriosa o venosa.

  • Emorragia arteriosa: determina una diminuzione dell’ossigeno dei tessuti dal momento che le arterie trasportano sangue ricco di ossigeno verso il cuore.
  • Emorragia venosa: è un’emorragia che interessa le vene che trasportano sangue verso il cuore. È più facile da controllare rispetto quella arteriosa.

Quando l’emorragia è isolata in un particolare organo tessuto può verificarsi un ematoma. L’ematoma può danneggiare o uccidere le cellule del tessuto circostante comprimendo il tessuto stesso o privandolo del necessario flusso sanguigno

Quali sono i quattro gradi di emorragia intracranica?

L’emorragia intraventricolare è un significante fattore di rischio di paralisi cerebrale infantile. Tale tipo di emorragia è comune nei nati prematuri, specialmente quelli affetti da sindrome da distress respiratorio, collasso polmonare o alta pressione sanguigna. L’emorragia intracranica si verifica nella maggior parte dei casi nelle ultime quarantott’ore dopo il parto e con un’incidenza inversamente proporzionale al progredire dell’età del bambino. L’emorragia intracranica può essere classificata in 4 livelli di gravità.

I livelli I e II fanno riferimento ad un piccolo quantitativo di sangue riversatosi nei ventricoli e, di norma, non comportano problemi nel lungo termine. I livelli III e IV si riferiscono ad un’emorragia più copiosa che comporti rigonfiamenti od ostruzioni nell’encefalo. Il rigonfiamento e l’ostruzione, a sua volta, possono causare una condizione chiamata idrocefalia ( incremento del fluido dell’encefalo), quale provoca una pericolosa pressione all’interno del cranio.

Variazioni della pressione sanguigna possono anche causare la rottura dei vasi sanguigni del neonato. I neonati sotto ventilazione sono esposti, sotto tale profilo, ad un rischio particolare. Nonostante siano prese particolari precauzioni per prevenire la rottura dei vasi sanguigni, è possibile che il bambino effettui respiri non sincronizzati con il respiratore artificiale causando un incremento di pressione nei polmoni e nell’encefalo.

Quali sono i fattori di rischio di emorragia intracranica?

I fattori di rischio di emorragie intracranica includono:

  • Emboli placentari
  • vasi sanguigni dell’encefalo malformati o deboli
  • anomalie nella coagulazione
  • ipertensione materna
  • infezioni materne
  • infiammazioni della pelvi
  • sindrome del bambino scosso
  • lesioni alla testa

Quali sono i segni più comuni di emorragia intracranica?

i segni più comuni di emorragia intra marzo del 1100 le manicranica includono:

  • Apnea
  • colorito pallido astro
  • movimenti anormali degli occhi
  • pianto stridulo
  • condizioni
  • ipotonia
  • diminuzione di riflessi
  • periodi eccessivi di sonno
  • letargia
  • debolezza nel succhiare il latte materno

Si raccomanda che i nati prematuri siano sottoposti a risonanza magnetica tra il 7° e il 14º giorno di vita. Ulteriori risonanze magnetiche dovranno essere prescritte se il bambino manifesti nuovi segni o sintomi, specialmente se le sue condizioni di salute peggiorano improvvisamente. Si stima che la risonanza magnetica sia in grado di diagnosticare problemi richiedenti un ulteriore follow-up nel 25% dei bambini nati prima della 30ª settimana di gestazione.

Quali sono le 5 forme di emorragia intracranica?

Emorragia interventricolare

L’emorragia intraventricolare e l’iperbilirubinemia (elevato livello di bilirubina nel sangue) determinano un elevato rischio di sviluppare paralisi cerebrale infantile. Tale tipoEmorragia-Intraventricolare di emorragia è usualmente causata da un sanguinamento intra parenchimale nel “ corpus callosum” (il ponte formato tessuto nervoso che connette i due emisferi del cervello consentendo ad essi di comunicare tra di loro).

In tale tipo di emorragia il sangue usualmente si riversa nei ventricoli laterali. l’emorragia intracranica è comunemente associata ai nati prematuri che siano stati esposti a stress fisico, sindrome da distress respiratorio, alta pressione sanguigna o normale presenza di aria gas nei polmoni con conseguente collasso polmonare. Tale condizione può verificarsi, in rare occasioni, nei nati a termine, ma raramente presente alla nascita. Lesioni alla testa, sindrome del bambino scosso o ictus fetale sono cause comuni di emorragia intraventricolare. I fattori di rischio che aumentano le probabilità di ictus fetale includono emboli placentari, vasi sanguigni dell’encefalo malformati o deboli, alta pressione sanguigna della mamma (ipertensione), infezione materna e l’infiammazione della pelvi.

Ematoma epidurale

L’ematoma epidurale è una raccolta di sangue tra la dura madre e la teca cranica causata da lesioni dell’arteria meningea o di suoi rami. E’ molto spesso associato a fratture del cranio (tra il 60 ed il 90% dei casi). Al fine di rimuovere l’ematoma e diminuire la pressione è spesso necessario l’intervento chirurgico. Nei bambini, le rotture dei vasi sanguigni dalle quali origina l’ematoma epidurale sono causate usualmente da complicazioni verificatesi durante il parto. L’ematoma epidurale può essere associata a convulsioni, alti livelli di bilirubina nel sangue, mancanza del riflesso di Moro od emorragie della retina.

Ematoma subdurale

Ematoma-Subdurale

L’ematoma subdurale è una condizione di gravità superiore rispetto all’ematoma epidurale. Nei bambini, può essere causato da traumi verificatisi durante il parto o da sindrome del bambino scosso. I segni clinici di ematoma subdurale nei neonati includono irritabilità, letargia e vomito. Il tasso di mortalità dei soggetti colpiti da ematoma subdurale è particolarmente elevato a causa dell’alta incidenza di danni encefalici di carattere irreversibile associati.

Emorragia subaracnoidea

Emorragia-Subaracnoidea

L’emorragia subaracnoidea è una raccolta di sangue nella zona subaracnoidea (area all’interno delle due membrane che circondano l’encefalo). È il tipo più comune di emorragia intracranica conseguente a traumi subiti durante il parto. Il neonato affetto da ematoma subaracnoideo viene spesso colpito da convulsioni entro quarantott’ore dal parto. Possibili segni dell’ematoma subaracnoideo nel neonato sono collo rigido e letargia. La TAC senza contrasto può diagnosticare fino al 90% di tutti gli ematomi subaracnoidei, se effettuata entro ventiquattr’ore dal verificarsi della lesione.

Emorragia intracerebrale

L’emorragia cerebrale è determinata dalla rottura dei vasi sanguigni nell’area dell’encefalo e del cranio. Tale tipo di emorragia si verifica usualmente nella porzione anteriore del nuovo temporale e nella porzione posteriore del lobo frontale. L’emorragia cerebrale può avere conseguenze mortali e spesso richiede un immediato intervento chirurgico al fine di alleviare la pressione causata dalla compressione del tessuto encefalico.

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