Paralisi cerebrale infantile: terapia farmacologica

I farmaci e la terapia farmacologica

Per il trattamento della paralisi cerebrale viene utilizzato un vasto assortimento di farmaci. Alcuni di essi riducono i sintomi, altri comportano delle complicazioni. La terapia farmacologica è utilizzata per controllare i movimenti del corpo, prevenire le convulsioni, curare la depressione, rilassare i muscoli, aiutare la digestione e gestire il dolore. Un farmaco è spesso ritenuto adeguato  in base alla tolleranza che se ne ha ed alla sua efficacia.

Quali farmaci si usano per curare la paralisi cerebrale?

Per ridurre i sintomi e far fronte alle complicazioni della la paralisi cerebrale, viene usato un vasto assortimento di farmaci. Ai bambini che soffrono di crisi epilettiche, spasticità e movimenti indesiderati o non controllati, come l’atetosi e la corea, per esempio, sono spesso prescritti farmaci per ridurre al minimo i movimenti. Alcuni farmaci sono utilizzati per rilassare i muscoli, aumentare il comfort e facilitare una migliore postura.

I farmaci sono spesso prescritti anche per migliorare le condizioni associate. Molti aiutano in casi di problemi digestivi, difficoltà respiratorie, malattie della pelle e problemi comportamentali o di apprendimento.

Nella scelta delle prescrizioni, medici e genitori considerano tanto i benefici quanto gli effetti collaterali a breve e lungo termine. Molti farmaci usati per curare la paralisi cerebrale sono molto potenti e alcuni non sono raccomandati per i bambini a causa del potenziale impatto che hanno sulla crescita e sullo sviluppo, motivo per cui alcuni medici evitano di prescriverli.

I produttori di farmaci cambiano, vengono sviluppati nuovi farmaci e le normative del settore oscillano.

Nonostante la conoscenza approfondita del settore medicale e dell’industria farmaceutica, spesso per un medico, determinare quale farmaco funzioni meglio – e in quale dosaggio – per un determinato bambino, dipende da una serie di tentativi ed errori. Ad ogni modo, anche quando vengono scelti con successo, essi devono essere regolarmente controllati e dosati.

Alcuni farmaci sono progettati per sanare delle condizioni specifiche, come le convulsioni, ma gli stessi possono essere disponibili in diverse forme. Dal momento che ogni persona ha la sua chimica, unica ed esclusiva, un farmaco che funziona bene per un bambino può avere effetti negativi su un altro. Alcuni bambini possono sviluppare la tolleranza ad alcuni farmaci e richiedere un aggiustamento del dosaggio.

Tutti i cambiamenti di condizioni, i sintomi o le cure devono essere condivisi con il medico di base per assicurare che la terapia farmacologica sia prescritta correttamente.

I farmaci più comunemente utilizzati nel trattamento della paralisi cerebrale rientrano in queste categorie:

  • Anticolinergici (farmaci per i movimenti incontrollati del corpo)
  • Anticonvulsivanti (farmaci per l’epilessia)
  • Antidepressivi (farmaci per la depressione)
  • Antispastici (rilassanti muscolari)
  • Anti-infiammatori (farmaci per il trattamento antidolorifico)
  • Emollienti delle feci

Le suddette categorie sono descritte di seguito.

Anticolinergici (movimenti incontrollati del corpo)

I farmaci anticolinergici sono usati per trattare i movimenti incontrollati del corpo, come la rigidità muscolare, i tremori e gli spasmi, ed anche la perdita di bava legata alla paralisi cerebrale non spastica. L’effetto del farmaco è temporaneo. A grandi dosi, alcuni anticolinergici possono stimolare il sistema nervoso; a piccole dosi, possono agire da sedativo.

Gli usi comuni sono per il trattamento degli stati spastici nel tratto digestivo, per la riduzione della saliva e la diminuzione delle secrezioni bronchiali. Alcune forme di paralisi cerebrale per le quali è possibile prescrivere gli anticolinergici sono:

  • Atetosi – movimenti lenti e convulsi, spesso ripetitivi e involontari
  • Corea – movimenti a scatti, involontari, irregolari e incontrollabili
  • Coreoatetosi – una combinazione di corea e atetosi in cui i movimenti sono a scatti, nervosi, lenti e convulsi
  • Distonia – prolungate contrazioni involontarie che si traducono in movimenti di contorcimento, tremori e postura anomala

Questi farmaci agiscono bloccando il neurotrasmettitore che causa il movimento dei muscoli. Il movimento eccessivo è spesso causato da una eccessiva flessione dei muscoli. Gli impulsi nervosi provocano l’emissione di acetilcolina ed il suo transito negli spazi fra i nervi. Quando questa si fissa al secondo nervo, s’infiamma fino a stimolare il muscolo successivo. Gli anticolinergici impediscono all’acetilcolina di essere trasmessa ai nervi successivi, limitando così la stimolazione muscolare.

Gli effetti collaterali degli anticolinergici sono generalmente lievi e possono includere secchezza delle fauci, visione offuscata e stipsi. Per evitare l’amplificazione degli effetti collaterali, questo farmaco di solito non viene prescritto insieme agli antistaminici comunemente usati per trattare le allergie.

Farmaci anticolinergici comuni sono:

  • Benztropina mesilato
  • Carbidopa-levodopa (Sinemet)
  • Glycopyrrolate (Robinul)
  • Cloridrato di Procyclidine (Kemadrin)
  • Cloridrato di Trihexyphenidyl

Anticonvulsivanti (farmaci per crisi epilettiche)

I farmaci antiepilettici sono prescritti nella speranza di ridurre o prevenire l’attività convulsiva. Essi stabilizzano anche l’umore, riducono o scoraggiano l’eccessiva stimolazione al cervello senza alterare la respirazione o causare sonnolenza. Farmaci diversi controllano tipi diversi di crisi. Per prescriverli correttamente, il medico seleziona un tipo e un dosaggio adatti al tipo di crisi che il bambino sta sperimentando. Ad ogni modo, egli è strettamente monitorato nel caso dovessero manifestarsi reazioni avverse che possano comportare un cambiamento di prescrizione o dosaggio.

Le disposizioni mediche devono essere osservate così come vengono prescritte di modo che i farmaci possano essere adeguatamente controllati e dosati. I genitori sono invitati a tenere un diario di episodi e reazioni per un riesame da parte del medico.

I farmaci prescritti possono essere modificati o diversamente dosati in base alle reazioni del bambino o come conseguenza del fatto che, nel tempo, il corpo abbia, com’è probabile che sia, sviluppato la tolleranza ad essi. Il dosaggio per un bambino può essere superiore a quello necessario per un adulto in quanto i bambini elaborano più velocemente i medicinali. E’ noto che le persone rispondano agli anticonvulsivanti in maniera diversa.

Il dosaggio dei farmaci anticonvulsivi può essere aumentato, ma ad un certo punto diventa opportuno cambiarle farmaco – evento noto come passaggio. Se si verifica un passaggio, il bambino viene “viziato” dal farmaco precedente così da ridurre al minimo o alleviare l’astinenza. Le astinenze possono causare ansia, crampi, delirio, allucinazioni, scatti d’ira, tremore e persino la morte.

In alcuni casi, i medici prescrivono una terapia con più farmaci associando più di un anticonvulsivante. Questo aumenta il rischio di effetti collaterali negativi, di interazioni farmacologiche e complica la capacità di analizzare la reazione alle prescrizioni.

Gli effetti collaterali dei farmaci anticonvulsivanti possono variare a seconda del farmaco prescritto, ma possono comportare stitichezza, convulsioni, vertigini, sonnolenza, affaticamento, perdita di capelli, mal di testa, incontinenza e nausea. I farmaci antiepilettici possono anche causare un’alterazione dell’appetito, dell’ umore, del peso e della vista.

Farmaci anticonvulsivi comuni sono:

  • Gabapentina (Neurontin)
  • Lamotrigina (Lamictal)
  • Oxcarbazepine (Trileptal)
  • Topiramato (Topamax)
  • Zonisamide (Zonegran)

Antidepressivi (farmaci per la depressione)

Gli antidepressivi sono farmaci psichiatrici con effetti stupefacenti ed analgesici usati per trattare la depressione, l’ansia e, in alcuni casi, l’epilessia. Un terzo di coloro che sono affetti da malattie croniche, come la paralisi cerebrale, può essere depresso. La depressione consiste in un persistente senso di tristezza, di impotenza e disperazione.

I seguenti fattori, insiti nella menomazione, possono contribuire alla depressione di un individuo:

  • Limiti percepiti
  • Livelli di dolore cronico
  • Stimmi percepiti in qualità di persone disabili
  • Mancanza di controllo e coordinazione
  • Dipendenza dagli altri
  • Sentimenti di impotenza
  • Pressione reciproca
  • Isolamento sociale
  • Qualità della vita

Inoltre, la depressione può peggiorare la condizione medica:

  • Aggravando la paralisi cerebrale
  • Diminuendo la fiducia in sé
  • Aumentando la stanchezza
  • Intensificando il dolore
  • Peggiorando le capacità risolutive

Non solo le persone con patologie croniche a rischio, ma anche coloro che se ne prendono cura, sono suscettibili di depressione a causa dei seguenti fattori:

  • lo sforzo di prendersi cura di un individuo con una patologia cronica
  • le sfide del vivere quotidiano con responsabilità aggiuntive
  • sentimenti di impotenza e di disperazione per non essere in grado di curare la persona
  • il peso emotivo della diagnosi di un bambino e le realtà di una condizione che sarà tale per tutta la vita
  • l’onere finanziario della disabilità
  • la sensazione di essere sopraffatto

Con la depressione si perdono l’appetito, la concentrazione, l’energia, l’interesse, il sonno e il piacere. Altri segni di depressione possono comportare:

  • Fatica
  • Indecisione
  • Irritabilità
  • Isolamento
  • Letargia
  • Malumore
  • Cambiamento della personalità
  • Pessimismo
  • Tendenze o pensieri suicidi
  • Piagnisteo

In maniera sorprendente, la ricerca indica che una persona è più incline alla depressione per mancanza di capacità di prospettiva e risolutezza, piuttosto che per l’effettiva gravità di una condizione medica. Alcuni hanno riferito che lo stigma associato alla depressione impedisce alle persone di cercare aiuto. Tuttavia, la depressione è curabile.

La cura della depressione è multiforme. Il fulcro dell’attenzione è posto sull’acquisizione di un sostegno emotivo, di un orientamento, di una consulenza e di una prospettiva. La terapia farmacologica può essere adottata in maniera esclusiva o in combinazione con uno dei seguenti fattori:

  • La terapia comportamentale – per identificare e affrontare la percezione e acquisire nuove prospettive
  • Il biofeedback e la massoterapia – per rilassare, meditare, calmare, evadere ed  infondere energia
  • Una dieta sana e dell’esercizio fisico – per fornire al corpo gli elementi essenziali per far fronte alle sfide del vivere quotidiano
  • Sonno – per riposare bene e recuperare le energie
  • Gruppi di sostegno – per un sostegno emotivo e per relazionarsi con coloro che versano in uno stato simile
  • Psicoterapia – per un’assistenza professionale che ottimizzi la salute mentale

I benefici che derivano dalla cura della depressione possono cambiare la vita. La terapia farmacologica cambia la chimica del cervello in un modo tale da rendere euforici, dare speranza, aumentare i livelli di energia, infondere ottimismo, migliorare la partecipazione alla terapia e rendere capaci di affrontare la vita di tutti i giorni. Una persona che fa a meno di curare la depressione corre il rischio di ingigantire i sintomi e, in alcuni casi, sviluppare tendenze suicide. Una persona in stato di depressione non sempre è in grado di riconoscerla o essere consapevole della sua condizione.

Gli antidepressivi, in combinazione con altri farmaci, possono provocare gravi effetti collaterali e la morte. Il medico primario dovrebbe essere a conoscenza di tutte le prescrizioni, le cure e le condizioni di salute per impedire interazioni farmacologiche, effetti collaterali dannosi o pericoli di ogni sorta. Gli antidepressivi possono anche essere dannosi durante la gravidanza. Nel caso se ne avesse il sospetto, il medico dovrebbe essere consultato immediatamente.

Gli effetti collaterali da farmaci antidepressivi possono essere:

  • Agitazione
  • Visione offuscata
  • Stitichezza
  • Vertigini
  • Secchezza della bocca
  • Mal di testa
  • Insonnia
  • Nausea
  • Nervosismo
  • Mal di stomaco
  • Aumento di peso

Alcuni antidepressivi comunemente prescritti contengono:

  • Citalopram – Celexa
  • Escitalopram – Lexapro
  • Fluoxetine – Prozac
  • Paroxetine – Paxil
  • Sertraline – Zoloff

Antispastici (rilassanti muscolari)

Gli antispastici, noti anche come rilassanti muscolari, sono prescritti per rilassare i muscoli contratti, iperattivi o rigidi e rappresentano il primo tipo di trattamento scelto per ridurre i tremori o controllare la spasticità diffusa in quanto sono farmaci facili da usare e non invasivi.

Gli antispastici possono essere somministrati per via orale in forma di compresse oppure mediante iniezione direttamente nei muscoli interessati o tramite la pompa intratecale di baclofen che viene impiantata chirurgicamente nell’addome per somministrare il farmaco direttamente nel fluido che circonda il midollo spinale. I farmaci per via orale sono di solito prescritti per la spasticità in generale mentre le iniezioni mirano ad un muscolo specifico. I benefici dei farmaci per via orale e per iniezione sono di solito di breve durata visto che richiedono ricariche o ulteriori iniezioni. La pompa, d’altra parte, fornisce dosi costanti di farmaco a lungo termine ma va manutenuta e ricaricata in modo da non correre il rischio di astinenze improvvise o di morte.

Lo specifico farmaco antispastico prescritto, così come il dosaggio, la durata del trattamento, il metodo di somministrazione e l’uso di altri trattamenti complementari variano da individuo a individuo e in base alle sue condizioni. Ad esempio, i farmaci per via orale, come il valium, in genere, vengono somministrati ogni giorno. I lavaggi d’alcol per mezzo di iniezioni mirano a nervi specifici e possono dare sollievo per alcuni mesi fino a diversi anni. Il botox è generalmente somministrato ad intervalli di tre volte in un mese. Altri antispastici iniettabili, in genere, rimangono efficaci per circa 3-8 mesi. La pompa intratecale di baclofene è ritenuta più efficace su coloro affetti da una grave e cronica rigidità muscolare e da movimenti muscolari incontrollati.

Alcuni benefici derivanti dai farmaci antispastici sono:

  • Controllo delle contrazioni muscolari
  • Rinvio dell’intervento chirurgico
  • Aumento della gamma dei movimenti
  • Miglioramento della capacità di partecipazione alle terapie
  • Riduzione della disabilità
  • Riduzione di tremori e spasmi muscolari
  • Rilassamento dei muscoli iperattivi
  • Rilassamento dei muscoli tesi

I possibili effetti collaterali dei farmaci antispastici variano a seconda del tipo, dell’individuo e del dosaggio, ma possono comprendere:

  • Confusione
  • Stitichezza
  • Diarrea
  • Vertigini
  • Sonnolenza
  • Sintomi simil-influenzali
  • Debolezza generale
  • Mal di testa
  • Pressione alta
  • Incontinenza
  • Insonnia
  • Danni al fegato
  • Nausea
  • Dolore a seguito di iniezione
  • Frequenza cardiaca rallentata
  • Disartria

I farmaci variano a seconda del modo in cui rilassano i muscoli. Alcuni, come il baclofen, rilassano il muscolo direttamente, mentre altri, come il diazepam, agiscono sulla chimica del cervello. Il botox (R) causa una lieve paralisi muscolare.

I farmaci antispastici comunemente prescritti sono:

  • Baclofen (Tossina botulinica, o Botox(R))
  • Diazepam (Valium(R))
  • Dantrolene
  • Flexeril (Cyclobenzadrine)
  • Dantrium (Dantrolene)
  • Baclofen per via intratecale
  • Tizanidina

Anti-infiammatori (farmaci per il controllo del dolore)

Medscape riporta che le persone con paralisi cerebrale, da un minimo del 67% ad un massimo dell’84%,  provano un dolore fastidioso della durata di un’ora o più per ogni episodio. Gli anti-infiammatori fanno fronte al dolore riducendo o alleviando l’infiammazione.

Esistono molti farmaci e cure alternative per gestire il dolore spesso associato alla paralisi cerebrale. Gli antidolorifici variano da quelli da banco (quotati fuori borsa, OTC) ai farmaci su prescrizione, come i non-steroidei, ai farmaci antinfiammatori (FANS) o anti-infiammatori corticosteroidi. Molti di essi hanno un ruolo significativo nella riduzione del dolore in quanto alleviano le cause principali del disagio. Per il dolore di portata minore, possono essere prese in considerazione le terapie alternative come presse a caldo o a freddo, l’agopuntura o la massoterapia.

Il dolore può derivare dalle effettive condizioni di salute implicate dalla paralisi cerebrale o può essere provato durante la terapia fisica mentre si fa esercizio fisico, si rafforza i muscoli e si amplia la propria gamma dei movimenti. Il dolore può derivare anche da un intervento chirurgico e dalla convalescenza post-operatoria o anche da farmaci iniettati o somministrati attraverso una pompa. La regolazione e l’utilizzo di plantari possono causare piaghe dolorose, mentre le attrezzature adattative possono causare disagio a causa della pressione e dell’uso continuo. Il trattamento di queste ed altre fonti di dolore possono migliorare lo stato di salute generale.

Alcune origini comuni del dolore, nei pazienti con paralisi cerebrale, sono:

  • Dolore gastrointestinale – dolore addominale correlato a complicanze digestive dovute a malnutrizione, malassorbimento, funzionamento oro-facciale alterato, problemi esofagei, aspirazione, incontinenza, stipsi e flatulenza.
  • Dolore ortopedico – dolore dovuto a: deformità, forme di compensazione, sublussazioni, degenerazioni e dislocazione a viso, dita, mani, braccia, spalle, schiena, colonna vertebrale, fianchi, bacino, gambe, caviglie, piedi o dita dei piedi. E, ancora, dolore come conseguenza di: operazioni eseguite su ossa, legamenti, articolazioni, tendini, muscoli e nervi. Infine, dolore causato da: uso eccessivo di plantari, irritazione della pelle e sfregamento.
  • Interventi farmaceutici – iniezioni, compresi i prelievi di sangue, farmaci antidolorifici, terapia endovenosa, posizionamento dei tubi nasogastrici e anestesia.
  • Terapie riabilitative – dolore aggravato dalle sedute terapeutiche che comprendono lo stretching assistito e la gamma di esercizi di movimento, tra cui l’ergoterapia, la fisioterapia e la logopedia.
  • Dolore post-operatorio – dolore a seguito degli interventi chirurgici, della convalescenza post-operatoria, delle iniezioni, compresi i prelievi di sangue, della somministrazione di antidolorifici, e dell’alimentazione per via endovenosa.

Gli antidolorifici possono aiutare a ridurre o alleviare il dolore ma non tutti possono essere assunti, come nel caso dei bambini e delle donne in stato di gravidanza, possibile o accertato che sia. Tutti i farmaci dovrebbero essere prescritti dal medico di base che può garantire che non ci siano effetti collaterali, è in grado di monitorarne l’efficacia, può verificare la presenza di interazioni farmacologiche ed è esperto nel prescrivere correttamente il farmaco e il suo dosaggio. Vi sono quattro principali categorie di anti-infiammatori:

  • Aspirina – sopprime le prostaglandine, regola la temperatura corporea e restringe i vasi sanguigni.
  • Corticosteroidi – agenti anti-infiammatori con un gran numero di altre funzioni, come quelle relative all’uso del glucosio, al metabolismo dei grassi e allo sviluppo delle ossa.
  • Anti-infiammatori non steroidei (FANS) – sostanze non-steroidee in grado di produrre analgesici, antipiretici e piastrine per gestire principalmente dolore e febbre da lievi a moderati.
  • Steroidi – diminuiscono l’infiammazione e riducono l’attività del sistema immunitario.

Emollienti delle feci

La stipsi, la difficoltà nel far passare feci dure e secche, è comune nei bambini affetti da paralisi cerebrale. Questa condizione può essere causata dall’assunzione di farmaci, dalla mancanza di attività, dall’insufficiente assunzione di liquidi, da complicazioni alimentari, dalla difficoltà ad andare in bagno e dal respiro affannoso.

Il modo principale per curare la stipsi è seguire una dieta sana ricca di cibi ricchi di fibre. I lassativi, che possono essere molto utili, sono disponibili in diverse forme. Essi aiutano a mantenere il contenuto d’acqua evitando che le feci diventino dure e dolorose. I vari stimolanti inducono delle contrazioni intestinali e fanno sì che le feci transitino lungo il tratto intestinale.

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