Paralisi Cerebrale Infantile: Terapia comportamentale

La terapia comportamentale, conosciuta anche come terapia cognitivo – comportamentale, è radicata nella convinzione che i problemi emotive e i comportamenti improduttivi possano essere appresi, di conseguenza, essere modificati. Nella terapia comportamentale, vengono individuate delle situazioni preoccupanti e i pensieri, le emozioni e le convinzioni relativi a quelle situazioni vengono analizzati, messi in discussione e in ultima analisi alterati. La terapia comportamentale rende la persona in grado di rispondere alle situazioni difficili in modo più efficace e accettabile.

Cos’è la terapia comportamentale?

La terapia comportamentale ha un’influenza positiva non solo sulla qualità di vita del bambino disabile ma anche su quella di coloro che lo assistono e se ne prendono cura. La terapia comportamentale aiuta l’individuo a sviluppare abilità di vita, come ad esempio la capacità di gestire situazioni stressanti o eventi che provocano rabbia o frustrazione, o che portano a risultati negativi, come l’isolamento, il rifiuto, il basso rendimento, il deficit di attenzione, o carenze socio-emozionali. La terapia comportamentale può anche essere utile per affrontare le sfide accademiche e sociali spesso vissute da individui affetti da malattie mentali.

Altri vantaggi della terapia comportamentale sono:

  • Portare a termine dei compiti

  • Ritardare le gratificazioni

  • Fare amicizie

  • Eccellere a livello accademico

  • Ricercare l’accettazione

  • Ottenere il senso della prospettiva

  • Gestire le emozioni

  • Mantenere la capacità di concentrazione

  • Acquisire la capacità di far fronte alle situazioni

  • Superare traumi emotivi

  • Ridurre l’ansia

  • Resistere alle tentazioni

  • Risolvere conflitti relazionali

  • Affrontare la depressione


Chi trae beneficio dalla terapia comportamentale?

Questo tipo di terapia è risultata essere utile per i genitori e gli assistenti sanitari, così come per il bambino disabile.

Il genitore

Per i genitori, apprendere che il loro bambino abbia una lesione cerebrale ed una conseguente menomazione fisica, può essere un evento stravolgente che cambia la vita. E’ possibile che si rendano necessarie ingenti risorse finanziarie appena inizia la partecipazione alla pianificazione di un trattamento intensivo. I rapporti familiari possono diventare tesi, la routine quotidiana può venire modificata e le speranze e i progetti per il futuro del bambino possono venire alterati. Questi sono solo alcuni cambiamenti che una famiglia può vivere ma vi sono delle speranze. Accettare la diagnosi, gestire il regime di trattamento del bambino e diventare uno strumento di influenza positivo sullo sviluppo del bambino può essere possibile attraverso la terapia comportamentale.

Il bambino

Nella prima infanzia si sviluppano le abilità emotive, sociali, di attenzione e comportamentali. Questi comportamenti appresi influenzano l’età adulta. Nella fase iniziale, il bambino comincia ad etichettare i sentimenti, a comprendere ed esprimere le emozioni, a sviluppare la simpatia, l’affetto e a reagire agli altri. I parenti stretti del bambino così come gli amici, gli insegnanti e gli assistenti sanitari influenzano i suoi comportamenti appresi. Ai bambini emotivamente sani è data l’opportunità di interagire con gli altri, di sviluppare amicizie significative e socializzare al massimo delle loro capacità. Quando un bambino mostra segni di difficoltà nel gioco, nell’apprendimento, nell’interazione o nell’esecuzione dei compiti assegnatigli egli (e, in alcuni casi, il sistema di supporto del bambino) può avvalersi degli schermi, delle valutazioni, dell’identificazione del problema, dell’intervento o delle indicazioni mirate fornite dal terapista comportamentale.

Durante le varie fasi di vita del bambino, e in base al livello di gravità, un bambino con paralisi cerebrale può sentirsi escluso dai compagni, scoraggiato a causa degli obiettivi terapeutici, isolato dalle amicizie, imbarazzato da condizioni mediche – incontinenza o perdita di saliva, per esempio – e rattristato quando si sente limitato nelle sue capacità. In alcuni casi, il bambino può essere non in grado di comunicare nei modi convenzionali.

Quando sorgono questi problemi, il bambino può essere assistito al meglio da terapie in grado di aiutarlo ad acquisire un atteggiamento sano verso i suoi problemi e ad a progredire. La terapia comportamentale può allontanare la depressione, gli sbalzi d’umore, la tristezza, la sconfitta, la rabbia e la frustrazione, facendo sì che i risultati negativi precedenti siano sostituiti con l’emancipazione, l’incoraggiamento, le capacità di risoluzione dei problemi, e una migliore qualità di vita. La terapia comportamentale è utile anche in abbinamento alla terapia fisica per incoraggiare e premiare i risultati desiderati e scoraggiare comportamenti e pensieri negativi a fronte delle attività da svolgere.

Quando un bambino con paralisi cerebrale non è in grado di comunicare, tutta una serie di emozioni può venire repressa, soprattutto se il bambino non è in grado di chiedere aiuto, di esprimere il dolore, socializzare con i coetanei o interagire con gli assistenti sanitari. La terapia comportamentale va alla ricerca di espedienti che consentano al bambino di interagire con l’ambiente e acquisire il controllo delle proprie emozioni. Questi possono richiedere l’uso di apparecchiature o mezzi di comunicazione studiati su misura per soddisfare le specifiche abilità del bambino. Una volta che egli è in grado di comunicare, sarà in grado di godere delle attività della vita, del legame con la famiglia e con gli amici, di migliorare negli studi, partecipare attivamente alla cura e collaborare più pienamente nel corso della terapia. Una migliore qualità di vita e la capacità di comunicare si sono rivelati fattori importanti nel corso della vita del bambino.

Un bambino con paralisi cerebrale che abbia anche degli handicap mentali, può avere difficoltà a mettere in atto ogni giorno le abilità necessarie alla cura di sé e all’igiene. La disabilità cognitivo – intellettiva è presente nei due terzi degli individui affetti da paralisi cerebrale. Un quoziente intellettivo al di sotto della media influisce sulla capacità di apprendere, di mettere a fuoco e socializzare. Un bambino in questa situazione può cominciare a sentirsi isolato, sottosviluppato, diverso ed escluso dai coetanei. La terapia comportamentale può aiutare il bambino a superare questi sentimenti di inadeguatezza e di insensatezza e a sostituirli con la capacità di costruire i propri valori, auto stimarsi e realizzarsi. Il bambino metterà in ordine le sue emozioni, acquisirà la capacità di comunicare e di sentirsi meglio con se stesso e con il mondo intorno a sé. Coltivando relazioni sane e stringendo legami, il bambino acquisirà determinazione e senso di realizzazione.

Quando il bambino transita verso l’età adulta si possono verificare molti cambiamenti di vita. L’individuo non è più guidato dal sistema di istruzione, le terapie e le cure possono essere state diminuite ed egli è più focalizzato sul vivere quanto più indipendentemente possibile. Questo può essere un momento spaventoso. L’obiettivo è quello di concentrarsi sulla cura di sé, pensare alle esigenze future, al lavoro, rimanere fisicamente attivi e socializzare. La terapia comportamentale può aiutare a mantenere il senso di responsabilità, la capacità di mirare ed influenzare le circostanze che cambiano la vita. Per mezzo della terapia comportamentale l’adulto può assumere un atteggiamento positivo, sognare e immaginare il futuro.

L’assistente

La terapia comportamentale fornisce all’assistente la formazione e gli strumenti per identificare comportamenti a rischio e di autolesionismo che dovessero essere presenti nel bambino. Attraverso la terapia, l’assistente imparerà a riconoscere i disturbi dell’attenzione, a identificare i fattori di stress, a evitare crolli nervosi, a rimuovere cause scatenanti e ad influenzare positivamente i comportamenti. La terapia comportamentale addestra gli assistenti e li mette in grado di influenzare i progressi di un bambino.

I vantaggi possono comprendere lo sviluppo di un piano coerente di gestione del comportamento, un sistema di ricompensa o premiazione, interazioni positive e tecniche di adattamento adeguate ai livelli di capacità del bambino. Ad esempio, i giochi classici possono essere adattati al livello di abilità del bambino, l’acquisto di un Dynavox può facilitare la comunicazione e gli altri membri della famiglia possono utilizzare attrezzature adattative mentre stanno correndo o praticando altro sport in abbinamento alle abilità del bambino.

I genitori, gli assistenti sanitari e i bambini con paralisi cerebrale possono trarre vantaggio dalle interazioni positive raggiunte con la terapia comportamentale per interagire fra loro con comprensione, rispetto e correttezza all’interno di un ambiente stabile, sicuro e felice.


Quando è consigliata la terapia comportamentale?

Il bambino e/o la famiglia possono trarre beneficio dalla terapia comportamentale se la qualità di vita – del bambino o dei membri della sua famiglia – è compromessa o se il suo il comportamento stia influenzando gli altri. La terapia comportamentale può essere utile anche se il bambino viene punito e gli viene impedito di socializzare con gli altri; quando disturba l’apprendimento altrui in un contesto educativo o quando non è legato alla famiglia. La terapia può rivelarsi utile anche quando i coetanei del bambino agiscono in modo da indurlo ad uno stato di irritabilità, isolamento, rifiuto o depressione.

A volte il bambino può agire in modo da influenzare chi lo circonda. Questo può accadere in situazioni in cui un deficit di attenzione causa disordini in classe o disturba la capacità dell’insegnante di istruire. Potrebbe anche accadere che il bambino in alcuni momenti si senta frustrato ed inizi a pizzicare, colpire o agire contro coloro che lo circondano. Nel caso in cui arrechi danno ad altri o sia ritenuto una possibile minaccia per se stesso, il bambino potrebbe trarre beneficio dalla terapia comportamentale.

I segni da osservare nel bambino sono:

  • Rabbia

  • Aggressività

  • Comportamenti anti-sociali

  • Ansia

  • Inappetenza

  • cambiamenti nelle abitudini del sonno

  • Depressione

  • Difficoltà nell’esecuzione di attività

  • Angoscia

  • Sensazione di impotenza

  • Frustrazione

  • Irritabilità

  • Isolamento

  • Perdita di interesse

  • Scarso rendimento scolastico

  • Sbalzi d’umore

  • Rifiuto dei pari

  • Carenze socio-emotive

  • Piagnucolio


Chi esegue la terapia comportamentale?

Le tecniche utilizzate nella terapia comportamentale possono comprendere esercizi di ruolo, la formazione per lo sviluppo delle capacità personali, il condizionamento, la desensibilizzazione sistematica, il capovolgimento cognitivo, la scrittura di un diario, test di validità, il biofeedback (retroazione biologica) e la terapia cognitivo – comportamentale. La durata delle sedute dipende dal tipo di sintomi, dalla loro gravità, dal periodo di tempo durante il quale si è fatto fronte ai problemi in maniera negativa, dalla risposta ai progressi compiuti, dal grado di stress e dal livello di sostegno ricevuto dagli altri.

Queste tecniche possono essere messe in atto da una delle tante persone appositamente formate e abilitate. Di seguito è riportato un elenco di specialisti addestrati in terapia comportamentale.

  • Consulente professionale autorizzato – Questo individuo di solito si concentra sulla risoluzione di problemi specifici della vita attuale. Affronta le sfide di ogni giorno e di solito viene specificamente formato su aspetti quali la carriera, la salute mentale, la scuola o la riabilitazione. Egli può valutare, stimare e specializzarsi nelle terapie comportamentali e nei progressi dello sviluppo.

  • Psicoterapeuti – sono specificamente addestrati, abilitati e autorizzati a migliorare la salute mentale e le dinamiche delle relazioni di gruppo. Spesso si specializzano nella gestione di questioni personali fortemente radicate con il raggiungimento di risultati profondi. Gli psicoterapeuti sono addestrati per espandere i meccanismi di adattamento, consapevolezza, auto-osservazione, intuizione, empatia, percezione e prospettiva. Essi aiutano un individuo a raggiungere il suo pieno potenziale.

  • Psichiatri  – Uno psichiatra possiede le qualifiche e le abilitazioni di un medico di base e può prescrivere la terapia farmacologica da somministrare. Gli psichiatri utilizzano principalmente il modello bio-psico-sociale, la formazione medica, la psicologia pratica e la psicoterapia applicata.

Coloro che ricorrono alla terapia comportamentale dovrebbero riporre fiducia in colui che la esegue. Quest’ultimo potrebbe desiderare di incontrare i suoi clienti individualmente oppure offrire delle opportunità per la terapia di gruppo. La durata delle sedute dipende dagli obiettivi e dallo stato di avanzamento della terapia. I costi possono essere o non essere coperti dalle assicurazioni. E’ sempre consigliabile concordare in anticipo le opzioni di pagamento e le aspettative di fatturazione in modo da evitare conflitti futuri.

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